NORME REDAZIONALI PER LA STESURA DELLA TESI DI LAUREA
1. Impaginazione e lunghezza
Attenersi ai criteri d’impaginazione indicati dalla segreteria. Stampare il testo in corpo 12, carattere Times New Roman o simile, spazio 1,5 di interlinea. Numerare le pagine a partire dall’indice.
Tesi di laurea triennale: solitamente compresa tra le 50.000 e le 100.000 battute (30-80 pagine circa).
Tesi di laurea magistrale: solitamente compresa tra le 300.000 e le 500.000 battute (80-150 pagine circa).
2. Sequenza delle parti
– Frontespizio
– Indice
– Introduzione
– Capitoli (solitamente tra 3 e 8; a loro volta suddivisibili in sottocapitoli)
– Conclusioni
– Bibliografia
– Filmografia/videografia (opzionale)
– Siti web consultati (opzionale)
– Ringraziamenti (opzionale)
3. Immagini
Le immagini possono essere incluse all’interno del testo, essere raccolte in sezioni alla fine di ogni capitolo oppure unitariamente a fine testo (dopo le conclusioni e prima della bibliografia). Le immagini devono essere numerate in modo progressivo attraverso l’inserimento nel testo dei seguenti indicatori, numerati in ordine progressivo: (fig. 1); (fig. 2) ecc. Ciascuna immagine deve essere accompagnata da una didascalia che si apre con lo stesso indicatore (fig. 1); (fig. 2) ecc.
Didascalie: per opere d’arte usare la seguente sequenza: autore, titolo (in corsivo), anno (Esempio: Dara Birnbaum, Technology/Transformation: Wonder Woman, 1978). Per i titoli delle opere utilizzare sempre la versione inglese tranne che per opere di artisti italiani (in questo caso usare il titolo originale in italiano). Nel caso di installazioni o performance la cui interpretazione è strettamente legata a uno spazio specifico – che si tratti di uno spazio espositivo o di uno spazio pubblico – indicarlo dopo il titolo e prima della data (Esempio: Olafur Eliasson, The Weather Project, Tate Modern, Londra, 2003).
4. Corsivo
Il corsivo deve essere usato per:
– parole straniere di uso non comune in italiano (Esempio: ready,engagé);
– per i titoli di libri e opere di qualsiasi genere inseriti all’interno del testo.
5. Accenti
Accento grave in è, cioè. Accento acuto in perché, sé, affinché.
6. Spaziature
Lasciare sempre uno spazio:
– dopo il punto, la virgola, il punto e virgola e i due punti se seguono una lettera, una parola o un numero (Esempio: W. Benjamin; p. 5).
Nessuna spaziatura:
– dopo la parentesi di apertura e prima della parentesi di chiusura;
– dopo le virgolette di apertura e prima delle virgolette di chiusura (nel caso delle citazioni).
7. Trattini
Si usano due tipi di trattino: breve (-) e lungo (–).
– Il trattino breve (interposto tra due caratteri senza lasciare alcuno spazio) va usato come elemento di congiunzione nei termini composti (Esempio: Emilia-Romagna; post-Internet) e negli intervalli numerici (Esempio: pp. 5-9; 1939-1945).
– Il trattino lungo (preceduto e seguito da uno spazio bianco) va usato come: elemento di separazione per indicare suddivisioni all’interno di elementi quali titoli, didascalie e diciture di vario genere oppure elemento di apertura e di chiusura di un inciso all’interno del testo.
8. Numeri e date
– I numeri, escluse le date, vanno scritti per esteso (Esempio: l’installazione è composta da due video proiezioni);
– Anni: non ’94, ma 1994.
– Annate storiche: è valida sia la versione numerica che letterale (Esempio: 1968; Sessantotto).
– Decenni: non anni ’50, ma anni Cinquanta;
– Secoli: non ventesimo secolo, ma XX secolo; non ’900, ma Novecento.
9. Abbreviazioni consentite frequenti
AA.VV. autori vari
cap. capitolo
cfr. confrontare, vedere anche, riferirsi a
cit. opera già citata in precedenza
ecc. eccetera
e.g. exempli gratia (per esempio)
fig. figura
ibid. ibidem (come sopra)
i.e. id est (cioè)
n. numero
nn. numeri
op. cit. opera citata
p. pagina
pp. pagine
NdA nota dell’autore
NdC nota del curatore
NdR nota del redattore
tab. tabella
trad. traduzione
vol. volume
10. Citazioni e note
Usare le virgolette alte [“…”] per le citazioni nel testo e le virgolette alte semplici [‘…’] nel caso di citazioni contenute all’interno della citazione in questione. Le citazioni possono essere inserite nel testo in due modi:
– in corpo: quando le citazioni sono incluse direttamente nel testo (Esempio: Sol LeWitt scrive nei suoiParagraph on Conceptual Artche “le idee possono essere espresse con numeri, fotografie o parole”).
– fuori corpo: quando le citazioni sono particolarmente lunghe e, perciò, devono essere riportate come inserti distinti dal testo, rientranti rispetto ai margini correnti, scritte in carattere ridotto (corpo 11 o 10) e interlinea ridotta, generalmente interlinea 1; per questa tipologia di note non si usano le virgolette.
Nel caso di citazioni composte da frammenti tratti dal testo originale usare i tre puntini di sospensione inseriti tra parentesi quadre “[…]”.
La citazione è sempre accompagnata da una nota con riferimento bibliografico. Le note, numerate in ordine progressivo, possono essere inserite a piè di pagina o raccolte alla fine capitolo. La struttura delle note cambia a seconda che si tratti del libro di un solo autore, di un libro collettivo con testi di autori diversi o di un articolo.
– In caso di citazioni da libri con un solo autore, usare la seguente sequenza: nome e cognome dell’autore, titolo del libro (in corsivo), nome dell’editore, città dell’editore e anno, numero di pagina (usare “p.” per una sola pagina, “pp.” se la citazione occupa più di una pagina inserendo un trattino tra la pagina di inizio e quella finale). (Esempio: Vittorio Fagone, L’immagine video. Arti visuali e nuovi media elettronici, Feltrinelli, Milano 1990, p. 78).
– In caso di citazioni da libri collettivi con testi di autori diversi usare la seguente sequenza: nome e cognome dell’autore, titolo del saggio (tra virgolette “…”), nome e cognome del curatore del libro preceduto da “in” e seguito da “(a cura di)”, titolo dell’antologia (in corsivo), nome dell’editore, città dell’editore e anno, numero di pagina (usare “p.” per una sola pagina, “pp.” se la citazione occupa più di una pagina inserendo un trattino tra la pagina di inizio e quella finale). (Esempio: Jean Baudrillard, “L’estasi della comunicazione”, in Hal Foster (a cura di), L’antiestetica. Saggi sulla cultura postmoderna, Postmediabooks, Milano 2014, pp. 145-146).
– In caso di citazioni da un articolo usare la seguente sequenza: nome e cognome dell’autore, titolo dell’articolo (tra virgolette “…”), nome del periodico (in corsivo) preceduto da “in”, volume e/o numero del periodico, data di pubblicazione (mese/stagione e anno nel caso di riviste; giorno, mese e anno nel caso di quotidiani). (Esempio: Francesco Spampinato, “Body Surrogates: Mannequins, Life-Size Dolls, and Avatars”, PAJ: A Journal of Performance and Art, N. 113, May 2016).
– Nel caso in cui non si riporti una vera e propria citazione ma si faccia riferimento a un testo, aprire la nota con “Cfr.”
Quando in nota si richiama un testo già citato nella nota esattamente precedente:
– si usa “Ibidem” se viene citata la stessa pagina del testo che precede.
– si usa “Ivi” seguito dal numero di pagina se è lo stesso testo ma in una pagina differente.
Quando in nota si richiama un testo già citato (ma non nella nota precedente):
– si usa nome e cognome dell’autore, seguiti dalla dicitura “op.cit.” e dal numero di pagine se questo è l’unico testo di quell’autore che ho citato in tutta la tesi.
– si usa nome e cognome dell’autore, titolo del saggio, seguiti dalla dicitura “cit.” e dal numero di pagine se richiamo il testo di un autore che è presente con più saggi nella tesi.
Una nota può essere creata anche per approfondire un certo aspetto o aggiungere elementi informativi.
11. Bibliografia
Nella bibliografia devono essere riportati tutti i testi, le monografie, i saggi, gli articoli citati e anche i testi consultati che riguardano l’argomento trattato, in ordine alfabetico per cognome dell’autore. Nel caso di testi dello stesso autore l’elenco va disposto in ordine crescente di annata, dal più vecchio al più recente. I criteri per la stesura della bibliografia sono gli stessi di quelli delle note con la differenza che la posizione del nome e del cognome dell’autore/i deve essere invertita. Di seguito una serie di esempi:
Libro con solo autore
Celant, Germano, Artmakers. Arte, architettura, fotografia, danza e musica negli Stati Uniti, Feltrinelli, Milano 1984.
Libro con due o più autori
Pinotti, Andrea, Somaini, Antonio, Cultura visuale. Immagini sguardi media dispositivi, Einaudi, Torino 2016.
Libro tradotto
Fisher, Mark, Capitalist Realism: Is There No Alternative?, Zero Books, Winchester 2009 (trad it. Realismo Capitalista, NERO, Roma 2018).
Nuova edizione
Eco, Umberto, Opera Aperta (1962), Bompiani, Milano 1997.
Libro miscellaneo con curatore/i (inteso anche come antologia e catalogo di mostra)
Bellour, Raymond, David, Catherine, Van Assche, Christine (a cura di), Passage de l’Image. Centre Georges Pompidou, Parigi 1990.
Contributo in volume miscellaneo
Lischi, Sandra, “Cinema-video e ritorno. Trent’anni di ricerca tra arte e tecnologia”, in Saba, Cosetta G., Cinema Video Internet. Tecnologie e avanguardia in Italia dal Futurismo alla Net.art, CLUEB, Bologna 2006.
Articolo in rivista cartacea
Spampinato, Francesco, “Body Surrogates: Mannequins, Life-Size Dolls, and Avatars”, PAJ: A Journal of Performance and Art, N. 113, May 2016.
Articolo in rivista online
Steyerl, Hito, “In Defense of the Poor Image”, e-flux journal, N. 10, November 2009 https://www.e-flux.com/journal/10/61362/in-defense-of-the-poor-image/
(Visitato il 10 Giugno, 2020).
12. Ringraziamenti
I ringraziamenti, se necessari, dovranno comparire dopo la bibliografia, in una pagina dedicata, e devono esclusivamente far riferimento a debiti di carattere scientifico. Si potranno segnalare il coinvolgimento e l’apporto di studiosi, docenti (esclusi i relatori), bibliotecari, archivisti, professionisti e altre figure rilevanti per la ricerca.