INDICAZIONI PER LA TESI DI LAUREA IN COMUNICAZIONE GIORNALISTICA
I suggerimenti che seguono hanno carattere generale ed è consigliabile siano integrati dalla lettura del testo di Umberto Eco Come scrivere una tesi di laurea. Per ulteriori informazioni è a disposizione il tutor del corso di studio, il cui indirizzo mail si trova sul sito del corso di studio.
Informazioni generali
Non esistono standard precisi validi per tutti i corsi di studio. Per quanto riguarda Scienze della comunicazione, la prova finale consiste in un elaborato che deve avere carattere di originalità ed essere compreso fra le 60.000 e le 80.000 battute (spazi inclusi). Eventuali documenti di consultazione, interviste, tabelle di dati, immagini possono essere inseriti in appendice, e come tali non rientrano nel conteggio dei caratteri. Non rientrano nel conteggio dei caratteri nemmeno il frontespizio, l’indice e la bibliografia.
Va inserito come pagina iniziale il frontespizio, di cui si trova il modello nel sito del corso di studio a cui si è iscritti. Di seguito l’indice, che precede la struttura della tesi formata da:
- introduzione
- capitoli, paragrafi e sottoparagrafi
- conclusione
- bibliografia
- eventuale sitografia
- eventuale appendice
Al momento della domanda di laurea si indica un titolo provvisorio, che può essere modificato entro la data di scadenza dell’uploading definitivo. Il titolo definitivo della tesi deve corrispondere esattamente a quello riportato nel frontespizio. È possibile inserire nel frontespizio il marchio di Ateneo, purché sia rispettata la normativa grafica prevista dal Sistema di Identità di Unibo.
Non è richiesta alcuna copia cartacea (salvo esplicita richiesta in tal senso da parte di relatore o correlatore). La scelta del correlatore riguarda esclusivamente gli studenti di laurea magistrale e deve essere concordata con il relatore della tesi.
Come si comincia
Per scrivere una buona tesi di laurea occorrono tempo e riflessione. È quindi opportuno iniziare a pensarci il prima possibile, senza attendere di aver finito gli esami. In generale, la tesi va pensata come una risposta a una domanda, cercando di impiegare le migliori argomentazioni per far sì che tale risposta risulti chiara e convincente o che riesca a riformulare in maniera più utile la domanda di partenza. Di solito si inizia formulando una domanda provvisoria che permetta di avviare una prima ricerca bibliografica, che ha il duplice scopo di conoscere ciò che è stato scritto sull’argomento e di dotarsi degli strumenti concettuali e metodologici con cui formulare meglio l’ipotesi di partenza e quindi poi condurre la propria analisi. La domanda provvisoria può essere rivista e articolata diversamente man mano che il lavoro procede.
La ricerca bibliografica
Cercare i testi che possono servire per fare una tesi è un lavoro che richiede impegno, non va preso sottogamba e non si devono cercare scorciatoie. I professori non sono dei ‘trova libri’: possono consigliare e aiutare nella progettazione della tesi, ma la ricerca bibliografica è compito dello studente, in quanto parte integrante del lavoro necessario per realizzare una tesi.
Per preparare una tesi il primo passo è documentarsi sull’argomento da trattare facendo un’approfondita ricerca bibliografica. Esistono diversi strumenti utili per la ricerca bibliografica e ‘cose da fare’ per orientarsi sui testi più adatti all’argomento della tesi:
Guardare la bibliografia di altri libri
In fondo al testo che si sta studiando (articolo o libro che sia) c’è sempre una bibliografia. È utile dare un’occhiata ai testi che altri autori hanno usato per documentarsi: possono essere utili anche per la tesi.
Usare il motore di ricerca del Polo delle biblioteche bolognesi
Questo è l’indirizzo: http://sol.unibo.it/SebinaOpac/Opac?sysb=
Il motore non serve solo a trovare la disponibilità dei libri che interessano, ma permette di fare ricerche attraverso parole chiave. Sta poi a ciascuno selezionare e sfogliare ciò che interessa.
Usare il motore di ricerca Google Libri
Anche in questo caso si può usufruire della ricerca per parole chiave e avere un’anteprima della recensione del libro.
Dare un’occhiata ad altri testi d’esame
È utile consultare l’elenco dei libri messi in bibliografia dai docenti nei vari esami, non solo del corso di studio in cui si è iscritti, ma anche di altri corsi di studio. Sicuramente c’è qualcosa che può interessare anche per il lavoro che si sta svolgendo.
Il piano di lavoro e la struttura della tesi
Dopo la ricerca bibliografica occorre elaborare un piano di lavoro, che può essere inteso come una sorta di indice esteso o ragionato con cui si programma di organizzare gli argomenti. Non esiste un piano di lavoro standard, ma di solito esso contiene le seguenti sezioni:
1) Introduzione: deve far capire perché e cosa si intende studiare. In essa il candidato illustra sinteticamente ciò che il lettore troverà nella tesi, formulando la domanda di ricerca e spiegando la metodologia seguita per dare risposta alla domanda stessa. In sostanza, deve contenere gli obiettivi che la ricerca si pone, con la sua ipotesi centrale di partenza, e collocare l’argomento della tesi nel suo contesto generale, facendo il punto sullo “stato dell’arte” e cioè su quanto è stato già scritto, sui principali risultati e modelli esplicativi rilevati nella letteratura consultata.
Alla domanda di ricerca, formulata in sede di introduzione, si dovrà poi dare risposta nella conclusione, pertanto è opportuno che le due sezioni siano strettamente raccordate.
2) Capitoli, paragrafi e sottoparagrafi: sono il corpus centrale della tesi, costituito dall’esposizione, dall’analisi e dalla discussione dei risultati della ricerca, in linea con la metodologia seguita e alla luce della domanda di ricerca formulata. In questa sede occorre prestare attenzione a quanto già prodotto nella letteratura di riferimento a cui ci si è riferiti nel capitolo introduttivo, evidenziando analogie e differenze (il “valore aggiunto” del proprio lavoro). Occorre insomma indicare cosa è stato rilevato o studiato e cosa è emerso rispetto a quanto rilevato o studiato da altri. Se ritenuto fattibile e opportuno, si può anche separare l’illustrazione dei risultati dalla loro analisi e discussione.
3) Conclusione: essa deve dar conto della dimostrazione della tesi. Di solito include in modo sintetico:
- Un richiamo al problema o alla domanda centrale che ci si è posti all’inizio, in sede di introduzione
- I principali risultati del lavoro
- Gli eventuali apporti teorici ed empirici rispetto alla letteratura di riferimento consultata
- La portata effettiva e i limiti metodologici del proprio lavoro
- L’eventuale riformulazione della domanda iniziale alla luce dei risultati emersi, o le risposte parziali o generali a cui si è pervenuti, rinviando a futuri campi di riflessione e ricerca che possono essere avviati sul problema proprio grazie al lavoro svolto.
4) Bibliografia: è parte fondamentale di qualsiasi tesina d'esame, tesi di laurea, saggio, libro, articolo e va redatta seguendo alcune semplici ma rigide regole. Esistono due tipi di citazione bibliografica: quello con il sistema tradizionale, con note a piè pagina o in elenco finale, e quello autore-data. Per la laurea triennale in Scienze della Comunicazione si deve seguire rigorosamente il sistema autore-data (o anglosassone), spiegato qui di seguito.
Sistema autore-data (o anglosassone)
Per i riferimenti bibliografici non si usano note a piè pagina. I riferimenti vanno inseriti direttamente nel testo fra parentesi e prendono la forma del cognome dell'autore e dell'anno di pubblicazione dell'opera. La pagina o le pagine (se necessario) vanno messe dopo una virgola o dopo i due punti e possono essere precedute o meno da “p.” o “pp.”. Questo sistema permette di citare nel corpo del testo il cognome dell'autore, mettendo fra parentesi solo l’anno e la pagina; il lettore potrà così consultare i riferimenti bibliografici finali per controllare i dati che corrispondono a quell'autore e a quella data.
Esempi:
... il concetto di inferenza è molto importante per la semiotica contemporanea (Eco 1975).
... secondo Eco (1975), il concetto di inferenza è al centro della semiotica.
“La semiotica ha a che fare con qualsiasi cosa possa essere assunta come segno” (Eco 1975, p. 17). “La semiotica ha a che fare con qualsiasi cosa possa essere assunta come segno” (Eco 1975: 17).
Se si devono citare più opere di uno stesso autore:
Quella interpretativa è una delle correnti principali della semiotica contemporanea (Eco 1975, 1979).
Se si devono citare più opere di più autori e opere di due o più autori:
La semiotica è una disciplina che studia i sistemi di segni e la struttura dei testi (Eco 1975, 1979; Greimas 1970, 1983; Greimas, Courtés 1979).
Se si cita un testo in traduzione, si deve indicare l'anno dell'edizione originale, ma la pagina è quella della traduzione. Ciò viene indicato da trad. it. o da tr. it.
Esempio:
“La partenza dell'eroe introduce quest'ultimo in un universo fondamentalmente diverso da quello che ha lasciato” (Greimas 1970: trad. it. 250) oppure (Greimas 1970, trad. it. p. 250).
Se di un autore vengono citate più opere dello stesso anno, nella bibliografia finale si dovranno indicare con una lettera progressiva in base all’ordine di citazione all’interno del testo.
Se abbiamo citazioni più lunghe di due righe (come abbiamo già visto nella sezione Formattazione della pagina e organizzazione del testo), la citazione si mette fuori dal corpo del testo, con un corpo minore e rientri maggiori. Ripetiamo l’esempio fatto anche sopra:
A sostegno del nostro discorso, riprendiamo un’osservazione di Luisa Carrada:
L’ondata tumultuosa di podcast sul web, parole da ascoltare invece che da leggere, ha creato la necessità di nuovi micro contenuti: l’abstract, per decidere se ci interessa ascoltarlo o scaricarlo; le note con i tempi per poter andar dritti al punto ed eventualmente linkare siti e pagine citati nell’audio (Carrada, 2008, p. 81).
La bibliografia completa va in fondo alla tesi, in corpo 10. Gli autori vanno disposti in ordine alfabetico per cognome e il nome può essere scritto per esteso o puntato. Le loro opere vanno disposte in ordine cronologico crescente. Per i testi in lingua straniera che sono stati tradotti e pubblicati in italiano bisogna inserire anche il titolo in lingua originale (fra parentesi va il riferimento all’edizione italiana, vedi gli esempi sotto).
I blocchi di informazioni sono separati da una virgola oppure da un punto. I titoli delle opere vanno in corsivo, mentre i titoli degli articoli vanno solo tra virgolette.
Occorre inserire nella bibliografia finale assolutamente tutti gli autori e i testi citati e usati per la tesi, sempre in edizione originale (con relativo riferimento alla traduzione italiana quando c’è). Se si fa riferimento a un autore e a un testo perché lo si è trovato citato in un altro testo che ne parla, occorre sempre trovare il testo originale, leggere direttamente almeno la parte che è pertinente per la tesi (meglio sarebbe studiare tutto il testo, per contestualizzare il discorso), citarlo e inserirlo in bibliografia in originale.
Esempi:
Per opere con due autori:
Chomsky, N.; Halle, M.
1968 The sound pattern of English, Harper and Row, New York.
Per opere con più di tre autori si indica il primo seguito da et al.:
Aquarelli, L. et al.
2008 Tenebre bianche, Diabasis, Reggio Emilia.
Per il curatore di un volume collettivo:
Cappuccio, M. (a cura di)
2006 Neurofenomenologia, Bruno Mondadori, Milano.
Per articoli pubblicati in riviste:
Klatt, D.H.
1979 “Speech perception: a model of acoustic-phonetic analysis and lexical access”, Journal of Phonetics, 12, pp. 279-312.
Peterson, G.; Barney, H.
1952 “Control methods used in a study of vowels”, Journal of the Acoustical Society of America, 24, pp. 175-184.
Per documenti presenti on line nella bibliografia finale:
devono essere trattati come se fossero articoli presenti in una rivista aggiungendo però l’URL.
Teobaldelli, P.
1998 “Semiotica. Brevi cenni introduttivi” SWIF – Sito Web Italiano per la Filosofia
http://www.swif.uniba.it/lei/semiotica/semintr.htm
Per articoli pubblicati in libri:
Ohala, M.
1984 “The machine as an addressee: when paralinguistics fails”, in M.P.R. Van den Broecke & A. Cohen (eds.), Proceedings of the tenth international congress of phonetic sciences, pp. 326-330, Foris Publications, Dordrecht- Cinnaminson.
Per libri consultati in traduzione italiana:
Deleuze G.
1974 Cinéma I. L’image-mouvement, Minuit, Paris (trad. it. Cinema I. L’immagine e movimento, Ubulibri, Milano, 1983).
Per libri di uno stesso autore pubblicati nello stesso anno (stessa cosa per articoli in libri o riviste):
Greimas, A.J.
1976a Maupassant. La sémiotique du texte: exercises pratiques, Seuil, Paris (trad. it. Maupassant. Esercizi di semiotica del testo, Centro Scientifico Editore, Torino, 1995).
1976b Sémiotique et sciences sociales, Seuil, Paris (trad. it. Semiotica e scienze sociali, Centro Scientifico Editore, Torino, 1991).
5) Sitografia
Se durante il proprio lavoro sono stati consultati e citati diversi siti web è necessario creare anche una sitografia in cui compaiano tutti i siti web in ordine alfabetico.
Le informazioni che devono esserci sono la denominazione del sito (in corsivo) e l’URL.
Esempio: Associazione italiana studi semiotici, http://www.associazionesemiotica.it/
6) Appendice: quando necessaria, serve per raccogliere materiali a cui si fa riferimento nel corso del lavoro di ricerca
Formattazione della pagina e organizzazione del testo
Font
Il candidato è libero di scegliere tipo e dimensioni del font e ampiezza dell’interlinea, fatti salvi tre criteri: buonsenso, pulizia grafica e leggibilità. I margini dipenderanno dalle esigenze di impaginazione. Consiglio di impiegare il corsivo per parole straniere di uso non corrente e quando si voglia enfatizzare un termine o un concetto. Evitare il grassetto nel corso del testo, eventualmente riservandolo solo a titoli di capitolo.
Capitoli, paragrafi e sottoparagrafi
Il sistema dei capitoli, dei paragrafi e dei sottoparagrafi può essere immaginato come un albero: il tema principale della tesi è il tronco, i capitoli sono i rami più robusti. Le ramificazioni dei paragrafi e dei sottoparagrafi permettono che l’argomento sia trattato nei suoi aspetti più dettagliati, ma il complesso del lavoro deve risultare bilanciato. Il nesso logico fra sottosezioni e tema principale deve sempre essere chiaro.
Ogni paragrafo contiene dunque un blocco di informazioni coerenti. Al suo interno può essere usata una frase tematica, cioè il nucleo di fondo delle informazioni del paragrafo. L’argomentazione si sviluppa idealmente attorno a questo asse, che può essere usato come introduzione, come conclusione, o essere diluito nello svolgersi del testo. I sottoparagrafi funzionano come uno zoom: danno un dettaglio particolareggiato di un aspetto utile per l’argomentazione principale.
La prima riga dei paragrafi deve essere rientrata (uno standard frequente per i dattiloscritti è 1,25 cm). Possono fare eccezione i paragrafi iniziali di un capitolo o di una sezione, il paragrafo iniziale di una citazione, i paragrafi inseriti in elenchi e testi simili.
La numerazione dei capitoli parte da 1. Il titolo del paragrafo è in grassetto maiuscoletto, corpo 12. I titoli dei sottoparagrafi sono in corsivo, corpo 12. Paragrafi e sottoparagrafi devono essere numerati progressivamente mediante un sistema di indici.
Esempi:
-CAPITOLO 1
-PARAGRAFO 1.1
-SOTTOPARAGRAFO 1.1.1
-PARAGRAFO 1.2
-CAPITOLO 2
-PARAGRAFO 2.1
-SOTTOPARAGRAFO 2.1.1
-PARAGRAFO 2.2
Gli eventuali ringraziamenti devono stare in un paragrafo senza numerazione, alla fine del testo e prima della bibliografia.
Citazioni e plagio
Ogni volta che vengono inserite nel proprio testo parole di altri autori, queste devono essere debitamente segnalate con l’uso delle doppie virgolette e della fonte. Ricorrere al semplice taglia e incolla, senza questi riferimenti, è un plagio. Si tratta di un grave errore deontologico, commesso da chi utilizza in maniera disonesta e sleale il lavoro di altri. La tesi di laurea deve essere un prodotto originale, pertanto, in qualità di relatore, riterrei doveroso non approvare la tesi nel caso in cui riscontrassi un impiego disonesto di materiali altrui non opportunamente citati.
Devono sempre essere riconoscibili autore e fonte della citazione.
Le citazioni brevi (una riga, una riga e mezza, massimo due righe) vanno inserite nel corpo del testo, fra virgolette doppie.
Esempio:
Sostiene Luisa Carrada che “L’ondata tumultuosa di podcast sul web, parole da ascoltare invece che da leggere, ha creato la necessità di nuovi micro contenuti” (Carrada, 2008, p. 81).
Le citazioni più lunghe vanno inserite senza doppie virgolette, ma vanno distanziate dal testo che precede e da quello che segue la citazione con un’interlinea doppia, vanno scritte in corpo minore (un punto più piccolo del corpo usato in generale per il testo della tesi) e con margine indentato (più ampio del margine usato per il resto della tesi). Alla fine della citazione (lunga o breve che sia) va sempre inserito tra parentesi cognome dell’autore, data di pubblicazione dell’opera, pagina dell’edizione italiana da cui è tratta la citazione (vedi anche la sezione Bibliografia).
Esempio di un brano di tesi corredato da citazione lunga:
A sostegno del nostro discorso, riprendiamo un’osservazione di Luisa Carrada:
L’ondata tumultuosa di podcast sul web, parole da ascoltare invece che da leggere, ha creato la necessità di nuovi micro contenuti: l’abstract, per decidere se ci interessa ascoltarlo o scaricarlo; le note con i tempi per poter andar dritti al punto ed eventualmente linkare siti e pagine citati nell’audio (Carrada, 2008, p. 81).
Poi naturalmente l’opera dovrà essere debitamente inserita in ordine alfabetico fra gli altri testi che formano la bibliografia:
Carrada, L.
2008 Il mestiere di scrivere, Apogeo, Milano (vedi anche la sezione Bibliografia).
Evitare di citare come fonte originaria una voce di Wikipedia, salvo casi eccezionali (e in tali casi ricordare di indicare in nota l’indirizzo url completo e non solo “wikipedia.it”, nonché la data di consultazione): Wikipedia riporta quasi sempre le fonti di riferimento e serve più per orientare fra quelle fonti - che costituiscono dunque ciò che occorrerebbe consultare - che non per essere citata di per sé, tanto più che è soggetta a cambiamenti costanti.
Le note: vanno a piè pagina e devono essere numerate progressivamente e in corpo 10.
Figure e tabelle: devono essere centrate nel testo e numerate progressivamente. La didascalia deve essere centrata sotto la corrispondente figura e in corsivo; l’indice numerico deve essere in corsivo e in corpo 10.
Se le immagini sono numerose possono essere inserite in un’apposita appendice, debitamente numerate. Dal testo occorrerà inoltre farvi riferimento in modo chiaro: deve essere sempre facile, per il lettore, capire a quale immagine si riferisce il testo.
Punteggiatura e grammatica
Nella stesura della tesi si ricordi di:
- utilizzare al meglio la punteggiatura (es.: fra soggetto e verbo di solito non s’inserisce una virgola isolata; il punto fermo indica la fine di un periodo o di una frase, non necessariamente l’esigenza di andare a capo ogni volta);
- prestare attenzione agli accenti (po’ non ha la o accentata; perché ed affini non hanno l’accento grave bensì quello acuto; il verbo essere e i suoi composti hanno invece l’accento grave);
- utilizzare correttamente gli apostrofi (un amico senza apostrofo, un’amica con l’apostrofo; qual è senza apostrofo, bell’amico con l’apostrofo).
Revisione e rapporto tra candidato e relatore
Il progetto di tesi va discusso per tempo (almeno quattro mesi prima della sessione in cui il candidato desidera laurearsi) e in dettaglio con il relatore negli orari di ricevimento. Le modalità di ricevimento sono reperibili nella pagina web del docente https://www.unibo.it/sitoweb/andrea.ropa
I testi devono essere inviati via mail dall’indirizzo ufficiale Unibo del candidato, meglio un capitolo alla volta per consentire al relatore di rilevare tempestivamente eventuali errori o difformità del lavoro di ricerca rispetto al progetto.
La funzione del relatore non è quella del correttore di bozze: quando si invia un file assicurarsi di averlo riletto con attenzione e completato dal punto di vista redazionale e bibliografico. È opportuno ricordare che:
- il formato del file dev’essere di facile apertura e agevolare l’inserimento di eventuali suggerimenti (es.: formato .doc o .rtf preferibile a .pdf);
- è opportuno allegare anche l’indice o il piano di lavoro entro cui quella parte di testo si colloca e denominare il file con il proprio cognome per permetterne una più diretta individuazione.
In generale, se si ha una difficoltà specifica, meglio discuterne con il relatore in sede di ricevimento.
Quando tutti i testi saranno stati letti dal relatore, il candidato li potrà assemblare in una prima versione completa della tesi, in cui si potranno meglio verificare la linearità e la coerenza interna della ricerca, avendo comunque ancora il tempo necessario per riflettere sui testi ed eventualmente correggerli.
I testi vanno inviati per tempo: non bastano solo una settimana o qualche giorno prima della data di scadenza, considerando che di solito - insieme alla vostra bozza - ce ne sono anche altre da visionare.
Pur non essendo obbligatorio, l’invio di una bozza completa della tesi prima dell’uploading su Studenti Online è fortemente consigliato. Come relatore potrò prendere visione della tesi anche solo dopo l’uploading: in questo caso non potrò fare altro che approvarla o no entro i termini stabiliti dal calendario.
L’abstract
Da caricare su Studenti Online contestualmente all’uploading della tesi, l’abstract non è un orpello burocratico ma un aspetto importante della tesi, che ne tratteggia un efficace identikit. Deve essere un discorso sintetico (massimo 2.000 caratteri) ma articolato (non parole chiave), contenente la presentazione della tesi, i principali risultati raggiunti dalla ricerca e la metodologia utilizzata. L'abstract costituisce una possibile traccia del discorso che il candidato sarà chiamato a fare davanti alla sottocommissione in sede di discussione della tesi.
Criteri per la valutazione della tesi
Nella valutazione sono presi in considerazione la capacità di impostare il tema, l’autonomia nella documentazione e nella ricerca, la qualità dell’esposizione scritta.
Il raggiungimento di una visione organica dei temi affrontati, il possesso di una padronanza espressiva e di un linguaggio specifico, la comprensione strutturale e storico-contestuale dei fenomeni studiati, l’originalità della riflessione nonché la dimestichezza con gli strumenti analitici della disciplina saranno valutati con un punteggio di eccellenza (3 punti).
La conoscenza soddisfacente della materia, unita alla capacità di svolgere la ricerca in maniera adeguata e di articolarla con un linguaggio appropriato porterà a una valutazione buona (2 punti).
La conoscenza perlopiù meccanica della materia, una capacità di sintesi e di analisi non del tutto articolate o un linguaggio corretto ma non sempre appropriato, così come un dominio scolastico dell’argomento porteranno a una valutazione discreta (1 punto).
Un’esposizione sostanzialmente corretta ma che non ricorra al linguaggio specifico della disciplina, così come una conoscenza e una comprensione limitate dell’argomento condurranno a una valutazione che si attesterà sulla soglia della sufficienza (0 punti).
Lacune nell’esposizione, linguaggio inappropriato, mancanza di orientamento nella bibliografia di riferimento, scarsa conoscenza e comprensione dei fenomeni studiati, così come mancanza di originalità nell’esposizione non potranno che essere valutati negativamente.
Per chi desideri approfondire:
1) What is research [https://www.youtube.com/watch?v=yt6XXDF7xaQ] (an animated 2 minutes video: just an "introduction to what is expected when students conduct research")
2) S. Peyton Jones, How to write a great research paper [https://www.slideshare.net/michaelkarpov/20090720-writing-apaper] (o, se si preferisce, la sua video-lezione [https://www.microsoft.com/en-us/research/academic-program/write-great-research-paper/])
3) Indicazioni complete circa lo "Harvard System of Referencing [https://library.aru.ac.uk/referencing/harvard.htm]"
4) Un utile testo di A. Marradi disponibile ad accesso libero: Torniamo a scrivere (e a parlare) in italiano? [https://www.academia.edu/11581031/Marradi_1996_Torniamo_a_scrivere_e_a_parlare_in_italiano]