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Filippo Briguglio

Professore ordinario

Dipartimento di Scienze Giuridiche

Settore scientifico disciplinare: GIUR-15/A Diritto romano e fondamenti del diritto europeo

Temi di ricerca

Parole chiave: Diritto romano Istituzioni di Gaio Recupero del testo Linguistica computazionale Intelligenza artificiale Analisi semantica Analisi stilometrica Codici palinsesti Immagini Multi-Spettrali Scriptio continua

Interessi di ricerca in Diritto romano

La mia attuale ricerca in diritto romano si articola prevalentemente lungo due direttrici complementari.

Da un lato, mi occupo del recupero e dell’edizione critica del Codex XV (13) delle Institutiones di Gaio, con particolare attenzione all’individuazione delle scritture sommerse nei codici palinsesti. Questo lavoro coniuga l’esercizio filologico tradizionale con l’impiego di tecnologie avanzate di imaging – come il multispectral imaging, il Reflectance Transformation Imaging (RTI) e molte altre ancora – nonché di strumenti di intelligenza artificiale finalizzati alla ricostruzione del testo giuridico in presenza di lacune, secondo un approccio volto a rispettare il più possibile il modus exponendi dell’autore.

Dall’altro lato, esploro l’intersezione tra le fonti giuridiche romane e la linguistica computazionale, applicando modelli di deep learning e tecniche di Natural Language Processing (NLP) all’analisi e alla ricostruzione di testi frammentari. Ho sviluppato sistemi ibridi che combinano Bidirectional Recurrent Neural Networks (BiRNN) con algoritmi deterministici, impiegati per la previsione dei caratteri mancanti all’interno della scriptio continua. A tali modelli si affiancano anche architetture più recenti e soluzioni alternative di machine learning, impiegate in modo integrato per rafforzare l’affidabilità dell’analisi e la qualità delle ricostruzioni testuali.

Indago altresì le dinamiche stilistiche e lessicali della tradizione giurisprudenziale romana, con particolare attenzione al ruolo delle filler words quali marcatori stilistici latenti, potenzialmente rilevanti per l’attribuzione autoriale e l’autenticazione dei testi.

In questo contesto, ho sviluppato anche modelli di machine learning per l’analisi dell’autorialità, volti a isolare tratti stilistici distintivi e caratteristiche linguistiche statisticamente significative nei testi dei giuristi romani. L’obiettivo è coniugare l’elaborazione algoritmica dei dati con una riflessione critica strutturata, nella consapevolezza che il testo giuridico romano non può essere disgiunto dal contesto logico, linguistico e sistematico in cui si è formato. Questo approccio consente un’esplorazione fondata sull’analisi quantitativa e semantica dei dati linguistici, utile a ripensare le attribuzioni testuali e a ricostruire le reti intertestuali che attraversano la letteratura giuridica romana.

L’analisi dei testi giuridici romani si articola su più livelli: un livello di superficie lessicale, volto all’esame delle frequenze, delle strutture sintattiche ricorrenti e delle regolarità stilistiche; e un livello più profondo di interpretazione concettuale, che, mediante l’analisi semantica, mira a ricostruire le categorie giuridiche sottese e gli assetti normativi impliciti nel discorso. Questo approccio multilivello consente una comprensione più compiuta della logica interna delle fonti e delle strategie argomentative dei giuristi.

In questa prospettiva, la scienza giuridica romana si configura come un ambito privilegiato per l’elaborazione di percorsi critici e metodologici, volti a interrogare, in chiave contemporanea, le interrelazioni sistemiche tra innovazione tecnologica, normatività giuridica e trasmissione del patrimonio culturale, riaffermando la vocazione ermeneutica del diritto romano come sapere che unisce riflessione dogmatica, sensibilità storica e apertura interdisciplinare.

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