28523 - FONDAMENTI DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE T-2

Anno Accademico 2015/2016

  • Docente: Nicola Sancisi
  • Crediti formativi: 9
  • SSD: ING-IND/13
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Moduli: Nicola Sancisi (Modulo 1) Francesco Vai (Modulo 2)
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 1) Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 2)
  • Campus: Bologna
  • Corso: Laurea in Ingegneria dell'automazione (cod. 0920)

Conoscenze e abilità da conseguire

Conoscenze di base per la comprensione dei problemi relativi al funzionamento ed alla realizzazione dei sistemi meccanici.

Contenuti

MODULO 1

1. Elementi di Disegno Tecnico Industriale

1.1. Introduzione

1.2. Formato e piegatura dei fogli da disegno

1.3. Tipi di linee

1.4. Esempio di applicazione dei tipi di linea

1.5. Metodi di proiezione. Proiezioni ortogonali

1.5.1. Metodo del primo diedro

1.5.2. Metodo del terzo diedro

1.5.3. Viste

1.6. Scale di rappresentazione

1.7. Metodo delle frecce di riferimento

1.8. Sezioni

1.8.1. Sezioni secondo un piano

1.8.2. Sezioni secondo più piani

1.8.2.1. Piani paralleli

1.8.2.2. Piani concorrenti

1.8.3. Sezioni secondo superfici cilindriche di direttrice assegnata

1.8.4. Parti che non si sezionano

1.8.5. Semivista – semisezione

1.8.6. Sezioni ribaltate in luogo

1.8.7. Sezioni ribaltate in vicinanza

1.8.8. Sezioni successive

1.8.9. Tratteggio delle sezioni

1.9. Convenzioni particolari di rappresentazione

1.9.1. Parti contigue rappresentate per riferimento

1.9.2. Contorno di elementi prima della lavorazione

1.9.3. Contorno di elementi finiti nei disegni dei grezzi

1.9.4. Intersezioni reali

1.9.5. Viste locali

1.9.6. Intersezioni fittizie

1.9.7. Facce piane

1.9.8. Viste di oggetti simmetrici

1.9.9. Viste interrotte e sezioni parziali

1.9.10. Elementi ripetitivi

1.9.11. Particolari rappresentati in scala ingrandita

1.9.12. Inclinazioni o curvature leggere

2. Quotatura

2.1. Finalità e caratteristiche

2.2. Linee di riferimento e di misura; frecce. Norme ed esempi.

2.3. Quote di viste parziali; quote effettive

2.4. Angoli, archi e corde.

2.5. Metodi di scrittura delle quote

2.5.1. Metodo A

2.5.2. Metodo B

2.6. Tipi di disegno: di prodotto finito, di fabbricazione, d'assieme.

2.7. Quote dirette e derivate. Sistemi alternativi di quotatura.

2.8. Scelta del sistema di quotatura in base al tipo ed alla finalità del disegno.

2.9. Quotatura funzionale e di fabbricazione. Esempio.

2.10. Sistemi di quotatura

2.10.1. Quotatura in serie (o in catena). Quote ausiliarie.

2.10.2. Quotatura in parallelo.

2.10.3. Quotatura a quote sovrapposte.

2.10.4. Quotatura combinata.

2.10.5. Quotatura in coordinate (cartesiane o polari).

2.11. Convenzioni particolari di quotatura.

2.11.1. Diametri (Ø).

2.11.2. Raggi (R) e sfere (SØ o SR).

2.11.3. Smussi e smussi non quotati.

2.11.4. Elementi ripetuti.

3. Tolleranze dimensionali

3.1. Errori dimensionali e geometrici

3.2. Quote funzionali. Aggiustaggio.

3.3. Dimensione nominale; dimensioni limite (massima e minima); scostamenti (superiore e inferiore).

3.4. Tolleranza dimensionale.

3.5. Alberi e fori

3.6. Gioco e interferenza

3.7. Accoppiamenti con gioco o interferenza. Accoppiamenti incerti.

3.8. Influenza della quotatura sulla tolleranza

3.9. Indicazione della tolleranza

3.9.1. Metodo diretto

3.9.2. Classi di tolleranza

3.9.3. Sistema di tolleranze ISO

4. Sistema di tolleranze ISO

4.1. Accoppiamenti albero/foro

4.2. Gruppi di dimensioni nominali

4.3. Grado di tolleranza normalizzato

4.4. Posizione della tolleranza. Linea dello zero. Scostamento fondamentale.

4.5. Accoppiamenti standard e consigliati

4.6. Sistemi foro base ed albero base

4.7. Quotatura con sistema ISO

5. Rilievi dimensionali

5.1. Calibro con nonio. Calibri fissi.

6. Numeri normali

7. Rappresentazioni particolari

7.1. Filettature e organi filettati. Quotatura. Sistemi antisvitamento. Organi unificati.

7.2. Linguette e chiavette. Anelli di sicurezza/d'arresto (Seeger), ghiere, rosette. Organi unificati.

7.3. Accoppiamenti scanalati.

7.4. Ruote dentate.

8. Rugosità superficiale

8.1. Profilo di superficie, di ondulazione, di rugosità. Cut-off. Lunghezza di base.

8.2. Misura e calcolo

8.3. Rappresentazione su disegno

8.4. Relazione con il tipo di lavorazione

8.5. Rugosità consigliate e costi

9. Elementi di meccanica dei materiali

9.1. Caratteristiche meccaniche: elasticità e plasticità, fragilità

9.2. Sollecitazioni e tensioni

9.2.1. Stato interno di sollecitazione

9.2.2. Stato tensionale in un punto

9.2.3. Tensore e teorema di Cauchy. Tensioni normali e tangenziali.

9.2.4. Equazioni indefinite di equilibrio

9.2.5. Tensioni e direzioni principali

9.3. Deformazioni

9.3.1. Campo locale di spostamento

9.3.2. Affinità

9.3.3. Componenti della trasformazione

9.3.4. Tensore di deformazione e direzioni principali

9.3.5. Equazioni di congruenza

9.3.6. Significato fisico delle componenti

9.4. Legame costitutivo

9.4.1. Equazioni di legame

9.4.2. Corpo elastico, lineare, isotropo

9.4.3. Costanti elastiche e significato fisico

9.5. Problema dell'equilibrio elastico

9.5.1. Sistema di equazioni

9.5.2. Condizioni al contorno

9.5.3. Soluzione delle equazioni

9.5.4. Metodo di de Saint-Venant

9.6. Ipotesi del problema di de Saint-Venant

9.7. Trazione o compressione

9.7.1. Tensioni e deformazioni

9.7.2. Prova di trazione e importanza

9.7.3. Curve tipiche e caratteristiche

9.8. Flessione

9.8.1. Flessione retta; asse neutro; tensioni e deformazioni

9.8.2. Flessione deviata; tensioni e deformazioni

9.9. Torsione

9.9.1. Tensioni e deformazioni nel caso con sezione circolare

9.9.2. Cenni al caso generico

9.10. Taglio

9.10.1. Tensioni (metodo approssimato)

9.10.2. Sezione rettangolare e circolare

9.11. Azioni interne

9.12. Generalizzazione del problema di de Saint-Venant alle travi tecniche

9.13. Calcolo delle azioni interne in un albero di trasmissione

10. Durezza superficiale

10.1. Prova di durezza Brinell

10.2. Prova di durezza Rockwell

10.3. Prova di durezza Vickers; microdurezza

10.4. Vantaggi e svantaggi delle prove

11. Classificazione dei materiali

12. Ghisa

12.1. Produzione: altoforno, coke

12.2. Grafite

12.3. Ghisa grigia lamellare

12.4. Ghisa grigia sferoidale

12.5. Ghisa bianca

12.6. Ghisa malleabile

12.6.1. a cuore bianco

12.6.2. a cuore nero

13. Acciaio

13.1. Produzione

13.1.1. Convertitore Bessemer

13.1.2. Forno Martin-Siemens

13.1.3. Forno elettrico ad arco

13.1.4. Processo LD

13.2. Leganti principali (Cr, Mn, Ni, Si) e loro effetti; elementi dannosi; tenori minimi dei leganti

13.3. Designazione

13.4. Principali trattamenti termici

13.4.1. Normalizzazione

13.4.2. Tempra

13.4.3. Rinvenimento

13.4.4. Bonifica

13.4.5. Ricottura

13.4.6. Tempra superficiale

13.4.7. Cementazione carburante

14. Alluminio e leghe di Al

14.1. Caratteristiche

14.2. Effetti dei leganti

14.3. Designazione

15. Rame e leghe di Cu

15.1. Caratteristiche

15.2. Designazione

15.3. Ottone (Zn <=40%)

15.4. Bronzo (Sn<=10%)

15.5. Cupronichel (Ni <=30%)

15.6. Cupralluminio (Al <=10%)

16. Magnesio e leghe di Mg

16.1. Caratteristiche

16.2. Designazione

16.3. Leghe ultraleggere (Al, Mn, Zn)

17. Titanio e leghe di Ti

17.1. Caratteristiche

17.2. Leganti principali

18. Materiali non metallici

18.1. Materie plastiche

18.1.1. Caratteristiche

18.1.2. Materie termoplastiche

18.1.3. Materie termoindurenti

18.1.4. Additivi

18.2. Materiali ceramici

18.2.1. Caratteristiche

18.2.2. Principali applicazioni

18.3. Materiali compositi

18.3.1. Struttura: rinforzo e matrice

18.3.2. Caratteristiche

18.3.3. Principali applicazioni

19. Fonderia

19.1. Fondibilità delle leghe metalliche

19.2. Forma e formatura; staffe

19.3. Modelli

19.3.1. Estraibilità e sformatura

19.3.2. Anime

19.3.3. Compensazione del ritiro

19.3.4. Funzionalità (placca modello)

19.3.5. Materiali

19.4. Terre da fonderia

19.5. Formatura a verde e a secco

19.6. Colata

19.6.1. Canali di colata

19.6.2. Materozze

19.6.3. Soffiature

19.6.4. Tirate d'aria

19.7. Fusione in conchiglia

19.8. Pressofusione

19.8.1. A camera calda

19.8.2. A camera fredda

19.9. Microfusione

20. Lavorazioni plastiche a caldo e a freddo

20.1. Duttilità, malleabilità, plasticità

20.2. Forgiatura (pressa e maglio)

20.3. Laminazione

20.3.1. Lingotti

20.3.2. Colata continua

20.3.3. Semilavorati

20.3.4. Treni di laminazione

20.4. Estrusione

20.5. Trafilatura

20.6. Lavorazione della lamiera

20.6.1. Taglio e punzonatura

20.6.2. Ossitaglio

20.6.3. Piegatura

20.6.4. Cilindratura

20.6.5. Imbutitura

21. Lavorazioni con asportazione di truciolo

21.1. Cenni sulla formazione del truciolo; angoli e parametri di taglio

21.2. Moto di taglio, avanzamento, registrazione

21.3. Scelta delle macchine utensili

21.4. Macchine a moto di taglio rotatorio (caratteristiche, tipologie, utensili, movimenti, lavorazioni)

21.4.1. Tornio

21.4.2. Fresatrice

21.4.3. Trapano (sensitivo, automatico, radiale); foratura, allargatura, svasatura, alesatura

21.4.4. Alesatrice

21.5. Macchine a moto di taglio rettilineo (caratteristiche, tipologie, utensili, movimenti, lavorazioni)

21.5.1. Limatrice; guida di Fairbairn

21.5.2. Stozzatrice

21.5.3. Piallatrice

21.5.4. Brocciatrice

21.6. La rettifica

21.6.1. Mole abrasive

21.6.2. Rettificatrice

21.7. Controlli numerici

21.7.1. Generalità

21.7.2. Caratteristiche

22. La saldatura

22.1. Materiale base e da apporto

22.2. Protezione da ossigeno e scorie

22.3. Saldature autogene per fusione

22.3.1. ad arco elettrico

22.3.1.1. con elettrodo rivestito

22.3.1.2. MIG

22.3.1.3. MAG

22.3.1.4. TIG

22.3.1.5. ad arco sommerso

22.3.2. a gas

22.3.2.1. ossidrica

22.3.2.2. ossiacetilenica

22.3.3. al plasma

22.3.4. al laser

22.3.5. a fascio elettronico

22.3.6. alluminotermica

22.4. Saldature autogene per pressione

22.4.1. per punti

22.4.2. a rulli

22.4.3. per attrito

22.4.4. ad ultrasuoni

22.5. Brasature

22.5.1. forti

22.5.2. dolci

22.5.3. saldobrasature

22.6. Tipi di giunto

22.7. Rappresentazione nei disegni

23. Cicli di lavorazione

23.1. Descrizione e generalità

23.2. Posizionamento e riferimento

23.2.1. Indicazioni di massima

23.2.2. Posizionamento di un corpo

23.2.3. Posizionamento di un piano

23.2.4. Posizionamento di una retta

23.2.5. Posizionamento di un asse

23.3. Fissaggio

23.3.1. Spianatura

23.3.2. Tornitura

23.3.3. Foratura

23.3.4. Sistemi diretti e indiretti

23.3.5. Ginocchiere

23.4. Guide

23.5. Attrezzature

23.6. Esempi di cicli di lavorazione

23.6.1. Cartellino

23.6.2. Foglio analisi operazione

24. Cuscinetti volventi

24.1. Generalità

24.2. Montaggio

24.3. Tipologia

24.3.1. radiali a sfere

24.3.2. orientabili a sfere

24.3.3. obliqui a sfere: montaggio ad O, X, in tandem; risultante delle forze

24.3.4. a rulli cilindrici

24.3.5. a rullini

24.3.6. orientabili a rulli

24.3.7. a rulli conici: forma delle superfici per puro rotolamento; montaggi

24.3.8. assiali a sfere, a rulli cilindrici, a rullini; montaggi

24.3.9. assiali orientabili a rulli

24.4. Capacità di carico e durata dei cuscinetti volventi

24.4.1. Usura e fatica superficiale

24.4.2. Durata base

24.4.3. Coeff. di carico dinamico

24.4.4. Coeff. di carico statico

24.4.5. Calcolo della durata base: carico equivalente; esempi

24.5. Attrito e velocità

24.6. Esempi di montaggio

24.7. Scelta dei cuscinetti

24.8. Rappresentazione convenzionale dei cuscinetti volventi nei disegni tecnici

25. Guide lineari a sfere e a rulli

26. Viti a ricircolazione di sfere

26.1. Caratteristiche

26.2. Ricircolo interno ed esterno

26.3. Forma delle piste

26.4. Velocità dei corpi volventi

26.5. Carichi e rendimento

26.6. Moto retrogrado

26.7. Durata

26.8. Rigidezza e precarico

27. Viti a rulli

27.1. Descrizione e principio di funzionamento

27.2. Caratteristiche

28. Moto traslatorio lineare

29. Modellazione cinetoelastodinamica

30. Giunti

30.1. Generalità sulle trasmissioni

30.2. Collegamenti permanenti tra alberi

30.3. Disassamenti e moti relativi

30.4. Tipi di disallineamento

30.5. Classificazione dei giunti

30.6. Scelta del giunto

30.7. Giunti rigidi

30.7.1. a manicotto: semplice, di precisione, Sellers

30.7.2. a gusci

30.7.3. a dischi e a flange

30.8. Giunti deformabili torsionalmente rigidi

30.8.1. a lamelle

30.8.2. ad elica

30.8.3. a catena

30.8.4. a denti

30.9. Giunti deformabili torsionalmente cedevoli

30.9.1. Caratteristiche funzionali

30.9.2. Influenza della cedevolezza sul sistema

30.9.3. Equazione del moto dell'albero di uscita e momento motore

30.9.4. Trasmissibilità

30.9.5. Giunti a molle elicoidali periferiche

30.9.6. a lamine di flessione (Bibby)

30.9.7. a pioli

30.9.8. a tasselli elastici (Rotex)

30.9.9. ad anelli elastici o superelastici (Periflex e Giubo)

30.10. Giunti mobili

30.10.1. Giunto scanalato

30.10.2. Giunto di Cardano

30.10.3. Doppio giunto di Cardano; soluzione costruttiva per alberi concorrenti

30.10.4. Giunti omocinetici a sfere

30.10.5. Giunto Rzeppa

30.10.6. Giunto di Oldham

30.10.7. Giunto di Schmidt

30.11. Oscillazioni torsionali del giunto di Cardano

30.12. Effetti secondari nei giunti omocinetici

31. Innesti

31.1. Descrizione e classificazione

31.2. Innesti ad accoppiamento di forma

31.2.1. a pioli

31.2.2. a denti frontali: caratteristiche e profilo dei denti

31.2.3. a denti radiali

31.3. Innesti ad attrito: caratteristiche

31.4. Frizioni piane

31.4.1. Tipologie

31.4.2. Tipi di comando

31.4.3. Distribuzione delle pressioni e coppie trasmesse

31.4.4. Lubrificazione

31.4.5. Scelta e calcolo di una frizione

31.4.6. Esempi: frizioni industriali, automobilistiche, giunto parastrappi

31.5. Frizioni coniche

31.5.1. Caratteristiche

31.5.2. Pressioni e coppie trasmesse

31.5.3. Esempi

31.6. Innesto sincronizzatore

31.7. Frizioni automatiche ad azione centrifuga

32. Ruote libere

32.1. Descrizione e classificazione

32.2. Utilizzi

32.3. Ruote libere ad arpionismo

32.3.1. Vincolo teorico e reale

32.3.2. Sopravanzo

32.3.3. Dispositivi di non ritorno

32.3.4. Riduzione del passo morto

32.4. Ruote libere ad attrito

32.4.1. con nottolino

32.4.2. a rulli: vantaggi; equilibrio di un rullo; cenni all'effetto della molla; coppia trasmissibile

32.4.3. a puntalini

32.4.4. Esempi ed applicazioni

33. Meccanismi intermittori

33.1. Soluzioni alternative per moti intermittenti

33.2. Caratteristiche dei moti intermittenti

33.3. Croce di Malta

33.3.1. Descrizione

33.3.2. Caratteristiche del moto in funzione del numero di scanalature

33.3.3. Velocità ed accelerazione (cenni)

33.4. Intermittori a camme

33.4.1. Descrizione

33.4.2. Legge di moto cicloidale

33.4.3. Perni periferici e frontali

33.4.4. Applicazioni

34. Giunto idraulico

34.1. Descrizione e funzionamento

34.2. Rapporto di trasmissione

34.3. Scorrimento

34.4. Rendimento e potenza dissipata

34.5. Coppia e potenza trasmessa dall'innesto

34.6. Accoppiamento con motore asincrono trifase

34.7. Vantaggi

34.8. Convertitore di coppia (cenni)

35. Freni: generalità

35.1. Descrizione e classificazione

35.2. Tipi di comando

35.3. Freni meccanici

35.4. Freni a ganasce

35.4.1. Descrizione

35.4.2. Distribuzione delle pressioni con ganascia traslante

35.4.3. Angolo di avvolgimento ottimale

35.4.4. Generalizzazione al caso con ganascia rotante

35.4.5. Risultante delle azioni di contatto: modello, circonferenza e punti di Romiti (cenni); modello semplificato

35.4.6. Ceppi tesi, compressi, avvolgenti, svolgenti

35.4.7. Equilibrio di un ceppo

35.4.8. Ceppi contrapposti

35.4.9. Ceppi ad accostamento libero

35.4.10. Soluzione industriale: descrizione ed equilibrio dei ceppi; freno equilibrato

35.5. Freni ad espansione

35.5.1. Caratteristiche

35.5.2. Ceppi incernierati e fluttuanti

35.5.3. Ceppi tesi e svolgenti; ceppi compressi e avvolgenti

35.6. Freni a nastro

35.6.1. Caratteristiche

35.6.2. Richiami alla formula di Eithelwein

35.6.3. Coppie frenanti e decelerazioni

35.7. Freni a disco

35.7.1. Caratteristiche

35.7.2. Freni completi e parziali

35.7.3. Freni monodisco e multidisco

35.7.4. Staffe e dischi mobili e fissi

35.7.5. Pressioni di contatto e coppie trasmesse

35.7.6. Esempi; motore auto frenante

35.8. Scelta e verifica del freno: parametri progettuali utili

36. Frenatura

36.1. Equazione del moto dell'albero

36.2. Condizioni di frenatura efficace

36.3. Calcolo approssimato di

36.3.1. tempo di frenata

36.3.2. decelerazione

36.3.3. spazio di arresto

36.3.4. potenza ed energia dissipata

36.4. Esempio di calcolo della frenatura di un impianto

MODULO 2

1. PTC Creo 2.0
1.1. Introduzione al CAD
1.1.1. 2D
1.1.2. 3D
1.2. Generalità
1.2.1. CAD parametrico
1.2.2. CAD associativo
1.2.3. Intent design
1.2.4. WF2, WF4, WF5, Creo 2.0
1.2.5. PDM Link, Windchill

2. Modellazione di parti
2.1. File .prt
2.1.1. Nomefile
2.1.2. Nome comune
2.2. Display (area di lavoro)
2.2.1. Barra multifunzione
2.2.2. Area messaggi
2.2.3. Albero del modello
2.2.4. Filtro
2.2.5. Semaforo
2.3. Feature di Estrusione
2.3.1. Generalità
2.3.1.1. Datum Plane e CS
2.3.1.2. Aggiungere materiale
2.3.1.3. Rimuovere materiale
2.3.2. Ambiente di Sketch
2.3.2.1. Assi di simmetria e rivoluzione
2.3.2.2. Riferimenti (anche ALT “on the fly”)
2.3.2.3. Quote funzionali
2.3.2.4. Vincoli
2.3.2.5. Strumenti di diagnostica
2.3.3. Legami Padre-Figlio
2.3.4. Modifiche e rigenerazione
2.4. Feature di Rivoluzione
2.4.1. Generalità
2.5. Smussi e Raccordi
2.6. Fori
2.6.1. Generalità
2.6.2. Fori coassiali
2.6.3. Fori radiali e sghembi
2.7. Serie
2.7.1. Quota
2.7.2. Table
2.7.3. Direzione
2.7.4. Asse
2.8. Sezioni
2.8.1. Piana
2.8.2. Offset
2.8.3. Edit campitura
2.9. Assegnazione materiale
2.9.1. Da geometria
2.9.2. Da parametri
2.10. Annotazioni sul 3D
2.10.1. Tolleranze dimensionali
2.10.2. Rugosità
2.11. Layer
2.12. Esempi
2.12.1. Cava per linguetta su albero
2.12.2. Piastra con asole
2.12.3. Vite con interfaccia di montaggio

3. Assemblaggio
3.1. Vincoli
3.2. Connessioni
3.3. Serie (bulloneria)
3.4. Gestione assiemi complessi
3.4.1. Rappresentazioni semplificate
3.4.2. Sostituzioni
3.5. Intent design: Feature di assieme (foratura dopo saldatura)
3.6. Foratura coassiale in assieme (con ripristino riferimenti interni)
3.7. Esempi

4. Disegno (messa in tavola)
4.1. Generalità
4.1.1. Disegno di parte
4.1.2. Disegno di assieme
4.1.3. Disegno multimodello
4.2. Formato
4.3. Scala
4.4. Inserimento viste e proiezioni
4.5. Vista di dettaglio e spezzata
4.6. Assi
4.7. Quotatura e Tolleranze
4.8. Rugosità
4.9. Note
4.10. B.O.M. e pallinatura

5. Gestione files
5.1. Concetto di sessione
5.1.1. Gestione numerazione files PTC
5.1.2. Svuotamento sessione
5.1.3. Workspace, check-out, check-in, Windchill (cenni)
5.2. Salva copia e Backup (parte)
5.3. Rinomina
5.4. Salva copia e Backup (assieme)
5.5. Salva copia e Backup (disegno)
5.6. Tipologie di files salvabili
5.6.1. IGES
5.6.2. STEP
5.6.3. NEU
5.6.4. STL
5.6.5. PDF
5.6.6. PDF3D
5.6.7. TIF
5.6.8. JPG

6. Family Tables
6.1. Generalità
6.2. Creazione di una family table

7. Sheetmetal (cenni)
7.1. Generalità
7.2. Esempio: supporto encoder

8. Saldatura
8.1. Generalità
8.2. Esempio: giunto ad angolo con nerva

9. Modellazione di Superfici (cenni)
9.1. Sweep
9.2. Blend

Metodi didattici

Il corso è composto da due moduli. Il primo (60 ore) fornisce le principali conoscenze teoriche ed applicative e consta principalmente di lezioni frontali ed esercitazioni. E' prevista inoltre un'esercitazione presso il Laboratorio di Meccanica della Scuola. Il secondo (30 ore) fornisce le nozioni di base per il corretto utilizzo di un CAD ed è costituito principalmente da lezioni frontali interattive presso i laboratori informatici della Scuola.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

ESAME
Scritto (modulo 1) + Orale (modulo 2) con prova pratica al CAD.

PROVA SCRITTA (modulo 1)
E' costituita da tre domande:
- 1 domanda di disegno tecnico da svolgersi a mano libera o al più con l'ausilio di un righello (non sono ammessi compassi, righe, squadre o altri strumenti da disegno). Esempi di possibili domande: proiezioni ortogonali, rappresentazione di un componente meccanico, disegno di un particolare estratto da un assieme, quotatura, tolleranze, disegno di un collegamento/montaggio (l'elenco dei collegamenti/montaggi richiesti verrà riportato in fondo al programma).
- 2 domande teoriche relative agli argomenti trattati durante il modulo 1 del corso. Verranno valutate la correttezza, la completezza e la precisione delle risposte. Se utile per illustrare l'argomento richiesto, è possibile realizzare qualche disegno che metta in luce alcuni aspetti importanti (ad esempio, gli elementi funzionali di un componente o di una macchina, le caratteristiche di una data lavorazione,…). In questo caso non è richiesta la stessa precisione del punto precedente: è sufficiente che il disegno metta in luce le caratteristiche principali, che risulti comprensibile e che non sia totalmente scorretto.

PROVA ORALE (modulo 2)
Come da indicazioni del docente del modulo 2.

SVOLGIMENTO DELL'ESAME
La prova scritta ha inizio generalmente alle 9 e dura 2 ore. Ad ogni domanda viene assegnato un punteggio in trentesimi. Risultano sufficienti le prove che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
- Voto medio ≥18;
- Tre domande ≥18, OPPURE due domande ≥18 e una domanda ≥12, OPPURE una domanda ≥18 e due domande ≥15.
I risultati della prova scritta vengono pubblicati generalmente entro 1-2 giorni dall'esame. La sessione orale, alla quale hanno accesso coloro che hanno superato la prova scritta, ha inizio generalmente il giorno successivo alla pubblicazione dei risultati e quindi 1-2 giorni dopo la data dello scritto. La data viene comunque sempre indicata su almaesami. A seconda del numero di ammessi è possibile che gli esami orali proseguano anche il giorno successivo. Il voto finale è una media pesata tra i risultati della prova scritta e della prova orale.

REQUISITI
Per sostenere l'esame è necessario svolgere e consegnare gli elaborati ed i progetti richiesti durante le lezioni.

Strumenti a supporto della didattica

Il materiale relativo al corso verrà pubblicato sul sito AMS Campus (http://campus.unibo.it/). In particolare, alla pagina del corso vengono pubblicate tutte le informazioni, dispense, lucidi, esercizi svolti e da svolgere per la preparazione dell'esame.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Nicola Sancisi

Consulta il sito web di Francesco Vai