- Docente: Francesco Cattaneo
- Crediti formativi: 12
- SSD: M-FIL/04
- Lingua di insegnamento: Italiano
- Moduli: Francesco Cattaneo (Modulo 1) Eleonora Caramelli (Modulo 2)
- Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 1) Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 2)
- Campus: Bologna
- Corso: Laurea in Filosofia (cod. 0957)
Conoscenze e abilità da conseguire
Al termine del corso lo studente acquisisce sia la conoscenza essenziale delle molteplici identità disciplinari e dottrinali, che la poetica e la retorica hanno assunto nel lungo corso della loro storia, dall'antichità all'epoca contemporanea, sia la capacità di cimentarsi nella lettura guidata di uno dei "classici" che hanno segnato i momenti fondamentali di snodo nell'arco di svolgimento di tale storia.
Contenuti
Titolo del primo modulo (IV periodo): L'esperienza del linguaggio nel cammino di pensiero heideggeriano
Poiché tra Ottocento e Novecento il linguaggio diventa una questione filosofica centrale, sia in ambito ermeneutico che analitico, il primo modulo analizza un capitolo decisivo di questa vicenda: il pensiero di Martin Heidegger. Esso viene considerato sotto due punti di vista. In primo luogo, si tratterà di approfondire il senso e le possibilità del dialogo tra poesia e filosofia. Il rapporto tra poesia (o arte in generale) e filosofia presenta una lunga tradizione, non di rado segnata da una reciproca diffidenza (l’antico dissidio di cui parlava già Platone). Questa diffidenza affonda le sue radici nella distanza che separa la filosofia, in quanto discorso vero, dalla poesia, in quanto discorso finto. Eppure entrambe, tanto la filosofia quanto la poesia, costituiscono, ciascuna a suo modo, un’esperienza della parola. È proprio a partire da questo fondamentale nesso che Heidegger ripensa interamente il loro rapporto, non arrivando mai a identificare filosofia e poesia, ma affermando con forza la fruttuosità del loro incontro, in quanto “esperienze di punta del linguaggio”. Per capire la direzione che il dialogo tra filosofia e poesia prende in Heidegger e per mettere a fuoco le sue implicazioni di vasta portata, ci soffermeremo da una parte sull’esperienza metafisica del linguaggio e dall’altra sull’esperienza che ne fa un pensiero che intende superare la metafisica. In secondo luogo, si approfondirà il tema della traduzione intesa come problema filosofico. In un celebre passo, Heidegger arriva a formulare a riguardo la seguente massima: “Dimmi cosa pensi del tradurre e ti dirò chi sei”. Le concezioni della traduzione, infatti, sono il risultato di determinate esperienze del linguaggio (e con esso del mondo) e viceversa.
Titolo del secondo modulo (III periodo): Hegel e il caso di Antigone. Linguaggio ed esperienza, poesia e filosofia
Il secondo modulo intende indagare il significato teorico della figura di Antigone nella filosofia di Hegel. Si procederà quindi, anzitutto, alla lettura e al commento di una selezione di pagine della “Fenomenologia dello spirito” (1807) a partire da due interrogativi.
Tenendo presente che il linguaggio, in un’epoca culturale che ne rivaluta il significato propriamente filosofico (si pensi a Hamann, Herder e Humboldt), costituisce un filo conduttore della “Fenomenologia”, ci si domanderà, sulla scorta di alcuni elementi della Prefazione, del primo e del sesto capitolo, in che termini l’azione tragica, esemplificata dalla vicenda di Antigone, declina il tema della parola ed esibisce il centrale problema dell’esperienza.
In secondo luogo, stante che l’opera del 1807 sembra incorporare al suo interno pezzi della tragedia di Sofocle, ci interrogheremo sul modo in cui la restituzione hegeliana, pur assumendone in buona parte lo sviluppo, si discosta talvolta in maniera radicale dal testo sofocleo.
Il caso di Antigone potrebbe pertanto costituire, nella “Fenomenologia dello spirito”, una vera e propria traduzione filosofica di un testo letterario. Per esplorare la possibilità che il linguaggio filosofico possa restituire in maniera produttiva quello poetico ci confronteremo quindi anche con alcuni passaggi delle “Lezioni di Estetica” dedicati alla poesia e al rapporto che intercorre tra questa e la prosa del pensiero.
Testi/Bibliografia
Modulo I:
Martin Heidegger, Lettera sull’umanismo, in Segnavia, a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 1978, pp. 267-315.
Martin Heidegger, Il linguaggio, in In cammino verso il linguaggio, a cura di A Caracciolo, Mursia, Milano 1973, pp. 27-44.
Martin Heidegger, Linguaggio tramandato e linguaggio tecnico, a cura di C. Esposito, ETS, PISA 1997.
Martin Heidegger, L'inno "Der Ister" di Hölderlin, trad. it. di C. Sandrin e U. Ugazio, Mursia, Milano 2003, pp. 58-59.
François Fédier, Tradurre i “Beiträge zur Philosophie”, 1992, risorsa digitale (http://www.eudia.org/fedier_tradurre-i-beiträge-12/).
Gino Zaccaria, L’inizio greco del pensiero. Heidegger e l’essenza futura della filosofia, Christian Marinotti, Milano 1999, cap. IV, pp. 251-287.
Modulo II:
G.W.F. Hegel, La fenomenologia dello spirito, a cura di G. Garelli, Einaudi, Torino 2008: pp. 69-79; 291-318.
G.W.F. Hegel, Lezioni di Estetica (Hotho 1823), a cura di P. D’Angelo, Laterza, Roma-Bari 2005, “La poesia”: pp. 262-302.
Sofocle, Antigone, in una edizione a scelta.
G. Steiner, Le Antigoni (1984), trad. it. di N. Marini, Garzanti, Milano 1995 (e successive ristampe), pp. 11-53 e 62-76.
G. Garelli, C. Gentili, “Il tragico”, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 133-143.
L’estetica di Hegel, a cura di M. Farina e A.L. Siani, Il Mulino, Bologna 2015, limitatamente ai cap. III di G. Garelli, “L’estetica nella Fenomenologia dello spirito”: pp. 49-66; cap. V di M. Farina, “Arte e filosofia”: pp. 83-98; cap. XI di A.L. Siani, “La tragedia”, pp. 181-195; cap. XIII di M. Ophälders, “Poesia e morte dell’arte”: pp. 213-228.
F. Iannelli, Oltre Antigone. Figure della soggettività nella Fenomenologia dello spirito di G.W.F. Hegel, Carocci, Roma 2006, pp. 17-46.
E. Caramelli, Antigone e l’essere della legge, in Ead., Lo spirito del ritorno. Studi su concetto e rappresentazione in Hegel, Il Melangolo, Genova 2015: pp. 117-150.
Metodi didattici
Lezioni frontali, letture, discussioni.
Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento
La prova d'esame si svolge nella forma tradizionale del colloquio orale, la quale dovrà accertare il conseguimento di alcuni obiettivi didattici fondamentali: conoscenza dei testi d'esame e capacità di contestualizzazione di autori e opere; comprensione dei concetti centrali e capacità di offrirne un'adeguata interpretazione; chiarezza espositiva e precisione terminologica; capacità di stabilire collegamenti sia storici che concettuali tra i diversi autori e temi presenti in programma.
Nel corso del colloquio verrà accertato se tali conoscenze e competenze sono possedute dallo studente in maniera (più o meno) completa, esauriente, corretta oppure in maniera (più o meno) approssimativa, stentata, imprecisa. In conseguenza di ciò, la valutazione varierà da eccellente (30 e L) a ottimo (30) a buono (27-29) a discreto (24-26) a poco più che sufficiente (21-23) fino ad appena sufficiente (18-21) o insufficiente (<18).
Orario di ricevimento
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