RicERCatori in evidenza – La scomparsa dei Neanderthal

Last Neanderthals esplora cause ed eventi che hanno portato la scomparsa dei Neanderthal tra 60.000 e 40.000 anni fa. Esploriamo cause ed eventi con il Prof. Stefano Benazzi.

 Stefano BenazziCosa indaga il progetto "Last Neanderthals" nel dettaglio?

L’obiettivo principale è studiare gli ultimi gruppi di Neanderthal e le prime tracce di Sapiens in alcune regioni chiave dell’Europa orientale e sudorientale e dell’Asia centrale e occidentale, per comprendere le origini della loro diversità culturale e le possibili interazioni tra i due gruppi. Si cercherà di capire se ci sono stati contatti, scambi o competizioni tra questi gruppi. Il progetto esaminerà anche le condizioni climatiche e ambientali dell'epoca per verificare se eventi catastrofici, come cambiamenti climatici improvvisi o eruzioni vulcaniche, abbiano contribuito alla scomparsa dei Neanderthal. L’obiettivo finale è ottenere una visione integrata delle cause che hanno determinato la fine di una specie e il successo dell’altra.

Con quali tipi di tecniche è possibile effettuare questi studi?

Per approfondire le dinamiche demografiche e le interazioni biologiche e culturali tra Sapiens e Neanderthal sono necessarie tecniche avanzate, come l’analisi del DNA antico e la datazione precisa dei reperti.

Quali sono gli elementi che rendono questa ricerca innovativa di frontiera nei contenuti o nel metodo?

Last Neanderthals si distingue per l'approccio interdisciplinare, per l'area geografica oggetto di studio e l'uso di metodologie innovative. Essendo un progetto ERC Synergy coinvolge tre Principal Investigators con competenze complementari: un esperto di paleoambiente, un esperto di cultura paleolitica e un paleoantropologo. Solo combinando queste conoscenze sarà possibile ricostruire gli eventi accaduti tra 60.000 e 40.000 anni fa. A differenza di studi precedenti, che si sono concentrati sulle zone periferiche dell’areale dei Neanderthal, il progetto si focalizza sulla loro distribuzione in Asia centrale/occidentale e Europa orientale/sudorientale. Verranno utilizzate metodologie avanzate per ricostruire il paleoambiente, come l’analisi di speleotemi, pollini, tefra e altri indicatori, oltre a studi culturali su strumenti litici. Un aspetto cruciale del progetto è la ricerca di nuovi resti umani, con analisi paleoproteomiche e del DNA da sedimento, per approfondire le dinamiche di estinzione dei Neanderthal e le interazioni con i Sapiens.

Dove si svolge principalmente l’attività di ricerca?

La ricerca prevede una serie di scavi archeologici e attività di ricognizione in alcune delle aree più strategiche dell’Europa orientale e sudorientale, nonché in Asia centrale e occidentale. Oltre all'Italia, i paesi coinvolti includono Albania, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Turchia, Israele, Kurdistan Iracheno, Azerbaigian, Iran e Uzbekistan. In totale saranno esplorati circa 30 siti archeologici paleolitici, luoghi chiave per comprendere le dinamiche di vita dei Neanderthal e le prime tracce di Homo sapiens. Le indagini sul campo saranno accompagnate da ricerche avanzate in laboratorio che consentiranno di analizzare in profondità i materiali archeologici recuperati durante gli scavi. Un ruolo centrale sarà svolto dalle attività condotte nel BONES Lab del Dipartimento di Beni Culturali, che, grazie ai fondi europei, potrà ampliare le sue capacità. Oltre alle già consolidate sezioni di Osteoarcheologia, Istologia, Antropologia Virtuale e Microscopia, nel BONES Lab verrà infatti inaugurato un nuovo laboratorio dedicato alla paleoproteomica, una disciplina all’avanguardia per l’analisi dei resti biologici antichi.

A quali quesiti scientifici rispondono questi studi?

Last Neanderthals indaga le cause della scomparsa degli altri gruppi umani, come i Neanderthal e i Denisoviani che popolavano la Terra fino a circa 40.000 anni fa, mentre i Sapiens sono l'unica specie rimasta. La domanda su perché queste specie siano estinte mentre il Sapiens ha prevalso è una delle sfide più affascinanti dell’evoluzione umana. Il progetto non solo cercherà di rispondere a questo mistero, ma fornirà anche nuovi strumenti per lo studio dei cambiamenti climatici naturali e antropogenici, essenziali per comprendere l'ambiente dei gruppi umani antichi e i mutamenti climatici che stiamo vivendo. Inoltre, offrirà nuove scoperte sugli eventi di ibridazione tra Sapiens e altre specie umane, svelando l’impatto di questi incroci sulla fisiologia, sul sistema immunitario, sulla salute e sull'adattabilità del Sapiens. Un ulteriore obiettivo è il rafforzamento del patrimonio culturale: il progetto promuove la ricerca e la valorizzazione delle risorse nei paesi emergenti, dove molte scoperte archeologiche sono in corso.

Quando ha avuto notizia della vincita del premio ERC, come si è sentito? Cosa significa questo riconoscimento per il suo percorso di ricerca?

Era la mattina del 12 ottobre 2023. Ero fuori dal mio ufficio, impegnato in una discussione con il mio gruppo di ricerca, quando il suono di una nuova email ha attirato la mia attenzione. Appena ho visto che il mittente era l'European Research Council, sono rimasto paralizzato. Quando ho letto il messaggio e ho realizzato di aver vinto l'ERC Synergy, un'ondata di felicità e incredulità mi ha travolto. La probabilità di ottenere un ERC è notoriamente bassa, e, sinceramente, mi ero già preparato a dover risottomettere il progetto. Questa è la seconda volta che riesco a vincere un ERC, un traguardo straordinario non solo per la mia carriera, ma soprattutto per il futuro del BONES Lab che dirigo al Dipartimento di Beni Culturali. Grazie a questo finanziamento, potremo consolidare e ampliare le nostre attività, proseguire le ricerche che più mi appassionano e creare un ambiente di lavoro stimolante, internazionale, che permetterà a tanti giovani ricercatori e studenti di crescere scientificamente e umanamente.

RicERCatori in evidenza è la rubrica dedicata alle ricerche di frontiera dell’Università di Bologna finanziate dall'European Reasearch Council-ERC e ai suoi protagonisti. 

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