Sempre più studi e ricerche affermano che non necessariamente l’età avanzata coincide con un declino cognitivo: invecchiando si impara a usare il cervello in modi nuovi. Nonostante ciò, la demenza è una condizione che interessa dall’1 al 5 per cento della popolazione sopra i 65 anni, giungendo al 30 per cento all’età di 80 anni.
La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza ed è causata da un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello, con costi economici e sociali impressionanti.
L'Unibo è in prima linea nella ricerca sull'Alzheimer. Scopri alcune delle ricerche in corso.
Presso il Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie si progettano nuove molecole e nuovi approcci per il trattamento della malattia di Alzheimer. Recentemente, ad esempio, alcuni ricercatori del dipartimento hanno scoperto che una tossina prodotta da un comune batterio presente nell'intestino umano può far regredire sino alla scomparsa i sintomi neuroinfiammatori dell’Alzheimer.
Presso il Dipartimento di Medicina specialistica, diagnostica e sperimentale si studiano i profili genetici di rischio per la malattia di Alzheimer: l'identificazione dei meccanismi patogenetici della malattia consentirà di mettere a punto misure preventive e terapeutiche.
Sempre presso lo stesso dipartimento, il laboratorio di immunologia è coinvolto in molteplici progetti riguardanti lo studio dei determinanti immunologici, genetici ed epigenetici dell’invecchiamento umano, della longevità e di alcune malattie età-associate, come l'Alzheimer, sotto l’ipotesi generale che i soggetti anziani sono caratterizzati da uno stato infiammatorio cronico, subclinico, definito inflammageing.
Nel Dipartimento di Matematica i ricercatori mettono a punto approcci matematici, di tipo teorico e modellistico, allo studio della malattia di Alzheimer.
Al Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie si studia la relazione tra insufficienza cardiaca e Alzheimer, e si mettono a punto metodologie innovative di indagine delle funzioni cognitive ed emozionali nella malattia di Alzheimer (AD).
Alcuni ricercatori sono invece impegnati nel valutare come l'ipossia influenzi lo stato e il metabolismo energetico di cellule di pazienti Alzheimer e se il trattamento con molecole ad azione protettiva della funzionalità mitocondriale moduli, riducendone gli effetti tossici, l’azione congiunta della carenza di ossigeno e della beta amiloide, presente nelle cellule dei pazienti a livelli superiori al normale.
Al Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche si studiano i meccanismi fisiopatologici sottesi ad alcune patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, individuando nuovi target terapeutici.
Al Dipartimento di Scienze mediche veterinarie si mettono a punto modelli in vitro per patologie neurodegenerative.
Nel Dipartimento di Scienze della Qualità della Vita l'Alzheimer è oggetto di numerose ricerche. Gli scienziati studiano la formazione della memoria e della plasticità sinaptica nell’invecchiamento e in modelli della malattia di Alzheimer, progettano e sintetizzano nuove molecole per il trattamento della patologia, sviluppano nuove terapie farmacologiche di neuro protezione e lavorano per identificare e caratterizzare molecole bioattive per patologie neurodegenerative e correlate all’invecchiamento.