03134 - STORIA DELL'EDUCAZIONE FISICA

Anno Accademico 2006/2007

  • Docente: Giorgio Bernardi
  • Crediti formativi: 3
  • SSD: M-PED/02
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza
  • Campus: Bologna
  • Corso: Laurea in Scienze motorie (cod. 0107)

Conoscenze e abilità da conseguire

L’oggetto della disciplina è lo studio degli uomini e delle società umane nel tempo e nello spazio, nel passato e nel presente, in una particolare dimensione: quella delle attività motorie educative e sportive, per connetterle agli aspetti civili, culturali, economici, sociali, politici e religiosi.
Obiettivo generale: dalla conoscenza del passato prendere coscienza della realtà in cui viviamo oggi, affinchè si possano comprendere i fenomeni storici e sociali con i quali entriamo in contatto.
Obiettivi specifici: la ricerca e la conoscenza delle fonti.
La Storia dell’Educazione Fisica diverrà così il mezzo più efficace per creare la coscienza professionale del laureato di primo livello della Facoltà di Scienze Motorie, attraverso conoscenze di settori dell’umano sapere cui occorre attingere: ovvero le ‘Storie’.

Contenuti

           N.B.:  all’insegnamento sono attribuite 24 ore, ovvero 3 C.F.U.
 
Oggetto di studio dell’attuale quarto corso è un più che secolare processo di differenziazione istituzionale, dai primigeni  Corsi di formazione degli insegnanti di ginnastica, alle attualmente decretate  Facoltà di Scienze motorie.  In particolare verranno analizzati i diversi tempi in cui la disciplina scolastica  è stata diversamente definita nel tempo. Cronologicamente  essa ha subìto il seguente processo evolutivo:
 
(1)   Ginnastica (1859),  legge Casati 13 novembre 1859.          
(2)   Ginnastica educativa(1878),  legge De Sanctis 7 luglio 1878. 
(3)   Educazione fisica (1893 e 1909-1911),  relazione Todaro e legge  Rava
       Dàneo Credaro.
(4)   Educazione fisica e sportiva (1958), legge Moro 8
       febbraio                                                            
(5)   Educazione motoria (1985), relativamente alla Scuola
       elementare.  
(6)   Educazione motoria, fisica e sportiva (1990) in riferimento
       alla Scuola dell’autonomia.
(7)   Corpo e movimento, ovvero:
(8)   Corporeità, di movimento e di sport (2001), (non attuata)
       ‘riforma Berlinguer’
(9)   Scienze motorie e sportive (2003),in forza delle Legge 28
       marzo, n° 58.
 
                                               Premessa:
 
Nella successione delle 24 ore di lezione previste nell’a.a. 2005-2006, gli argomenti che saranno svolti, atterranno ai  seguenti  provvedimenti normativi, cronologicamente indicati.
 
                                               Sequenza:
    
                                         
                      I.a  ora:30 marzo 1858, il generale Luigi Federico Menabrèa (1809-1896), nella seduta del Parlamento Subalpino , in occasione della discussione su un disegno di legge per la istituzione delle scuole normali, propone che la ginnastica e gli esercizii militari facciano parte del programma d’insegnamento di dette scuole.
 
                      II.a ora: 13 novembre 1859, il ministro Gabrio Casati sancisce l’obbligatorietà della scuola elementare non dimenticando di includere la ginnastica tra i varii insegnamenti .
          
                      III.a ora1861, R.D. 23 luglio, n°97 del Ministro della P.I. Francesco De Sanctis. Corso magistrale di ginnastica presso la Società Ginnastica di Torino diretto dall’istruttore svizzero Rodolfo Obermann nei mesi di agosto, settembre ed ottobre.
                                               Osservazione:
Perché di durata trimestrale? Divenuta poi annuale, indi biennale e da ultimo triennale, per ovvii motivi di accurata preparazione dei “maestri” e “maestre”. Alla durata triennale seguì l’aggettivo qualificativo “normale”.
                                               Memento:
Dal tempo delle Regie Lettere Patenti del 1° agosto 1845, n° 515, le scuole di metodo erano destinate a formare maestri per le scuole elementari nelle provincie del Piemonte, dal 1° agosto al 20 ottobre. Alle scuole di metodo successero le “normali”, secondo la designazione adottata dal Comitato d’Istruzione Pubblica alla Convenzione francese nel 1794 ( la Convenzione fu assemblea legislativa che elaborò la costituzione della nuova repubblica francese durante il periodo 21 settembre 1792- 26 ottobre 1795). Ellitticamente “normali” in quanto dovevano servire come tipo o norma per tutte le altre scuole. In Italia sostituite nel 1923  dagli Istituti Magistrali, attualmente divenuti Licei pedagogici.   I Corsi ebbero vita fino al 1879.
 
                      IV.a ora: 1862, 5 febbraioCircolare ministeriale F.De Sanctis ‘Teoria e norme per l’istruzione Ginnastica. Per la prima volta vengono dettate norme precise sull’impostazione tecnico-didattica della ginnastica scolastica.” Queste norme costituiscono il primo vero programma di ginnastica”, così afferma Rita Novara nel febbraio 1983, in ‘Didattica del movimento’, rivista bimestrale di studi sull’educazione fisica e sullo sport, fondata da Eugenio Enrile.
 
                      V.a ora: 1872, il ministro della P.I. Antonio Scialoja (1817-1877) fa svolgere un’indagine sulle reali condizioni dell’insegnamento ginnico, cui seguono proposte di miglioramento, attraverso un apposito stanziamento da parte del Bilancio dello Stato.  

                      VI.a ora: 1874. Il Corso magistrale di Torino diviene Scuola Normale di Ginnastica, utilizzando la palestra del Valentino, su richiesta del Conte Ernesto Ricardi di Netro (1816-1892).
 
                      VII.a ora:: 1877. Per opera di Emilio Baumann (1843-1917) - allievo di Rodolfo Obermann (1812-1869) nel primo corso del 1861 in Torino-, fondatore nel 1871 della Società sezionale di ginnastica bolognese, insieme con Costantino Reyer Castagna (1838-1931), triestino e Pietro Gallo (1840-1925), veneziano, in Bologna, presso la sconsacrata Chiesa di Santa Lucia, viene aperta la Scuola di ginnastica su autorizzazione ministeriale.
 
                      VIII.a ora: 1878. Francesco De Sanctis (1818-1883), tornato al Ministero della P.I. , emana il 7 luglio la legge n° 4442: la prima dedicata esclusivamente all’insegnamento della ginnastica, stavolta chiamata ginnastica educativa. Il 16 dicembre 1878 vengono approvati i Regolamento, programmi e istruzioni per le scuole primarie, secondarie e normali, maschili e femminili del Regno d’Italia.
 
                      IX.a ora: 1879, con Regio Decreto 22 maggio, sono istituite le Scuole magistrali maschili di ginnastica a Bari, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Palermo e Roma, che vanno ad affiancare quelle già esistenti e create a Torino nel 1874 ed a Bologna nel 1877. Queste scuole verranno chiuse nel 1882.
 
                      X.a ora: 1884. Con Decreto del Ministro Michele Coppìno (1822-1901), il 27 agosto viene istituita a Roma la Scuola Normale di Ginnastica maschile, affidata alla direzione di Emilio Baumann (1843-1917). Bologna perde il contributo del grande ginnasiarca, che ivi operò dal 1861 al 1884. Nel cinquantenario (1911) della sua dedizione alla causa dell’educazione fisica, coincidente con l’Unità d’Italia, la città felsinea tributò grandi onori al Maestro. Nel 1885 viene riaperta la Scuola Normale di Ginnastica femminile di Torino. In questo periodo sono in funzione tre Scuole per la preparazione degli insegnanti: una maschile a Roma; due femminili: una a Torino e l’altra a Napoli (quest’ultima è la Scuola Normale femminile di Torino che nel 1880 era stata trasferita a  Firenze e nel 1882 a Napoli).
 
                      XI.a ora: 1886, 11 aprile, Decreto n° 3914 del Ministro Michele Coppìno (1822-1901), che approva i nuovi programmi distinti per le scuole elemetari di grado inferiore e superiore; per ginnasi e scuole tecniche; per licei; istituti tecnici e nautici; tutti differenziati per classi maschili e classi femminili. Ad essi si aggiunge un programma speciale per alunni ed alunne delle scuole normali che comprende, oltre le ore di insegnamento pratico, quello teorico ed esercitazioni di tirocinio.
 
                      XII.a ora: 1888, con Regio Decreto 14 novembre, proposto dal ministro Augusto Boselli, viene istituito il ruolo organico degli insegnanti di ginnastica, in virtù del quale questi docenti beneficeranno successivamente di sviluppo di carriera, pensione, aumenti periodici, riduzioni ferroviarie, ecc... 1889, con Regio Decreto 24 settembre, si provvede a meglio definire le funzioni dell’insegnante di ginnastica nel collegio dei professori
 
                      XIII.a ora: 1893, il ministro Ferdinando Martini (1841-1928) il 29 agosto nomina una Commissione, presieduta dal senatore Francesco Tòdaro,  per studiare con urgenza “quale e quanta parte dei metodi proposti per l’insegnamento della ginnastica sia corrispondente alle condizioni della scuola e dell’indole della gioventù italiana”. La Commissione, come primo provvedimento delibera “di prendere il titolo di commissione per l’educazione fisica a significare più strettamente l’indole del proprio compito e il metodo del suo lavoro”.
                      “L’Educazione fisica ha lo scopo di vincere le difficoltà della lotta per la vita a profitto individuale e sociale, infondendo salute, forza, destrezza, resistenza al lavoro; compensando i danni della sedentarietà; imparando ad ottenere dal minimo di lavoro il massimo profitto utile e man mano assicurando le qualità fisiche e morali che formano l’uomo di azione, cioè capace di salvaguardare sé e i simili, eventualmente l’uomo formidabile ai nemici suoi e per la patria”
Così sottoscrivevano Francesco Tòdaro, Angelo Mosso, Angelo Celli, Paulo Fambri, Alberto Gamba, Emilio Baumann ed altri nella Relazione della Commissione di studio.
                            
                      Il 26 novembre 1893 vennero emanati i conseguenti nuovi programmi, “… in gran parteinattuati per l’impreparazione degli insegnanti a recepire ed attuare una vera e propria grande riforma…non condivisi perdippiù dall’allora ministro Guido Baccelli (1832-1916)…e per le rivalità e le polemiche tra i fautori delle diverse tendenze culturali di educazione fisica…” Così, sempre a parere della studiosa Rita Novara, precedentemente citata.
                      1898, 7 marzo, il ministro della P.I. Gallo decreta l’istituzione di una Commissione che “studi tutte le questioni attinenti all’educazione fisica… per rendere più efficace questa forma di educazione
                      Ne fanno parte Francesco Todaro, senatore del Regno, Angelo Mosso, fisiologo, Angelo Celli, deputato, Gabriele Pecile, senatore, Giuseppe Albini, fisiologo, Saverio De Dominicis, pedagogista, Uberto Dutto, ispettore per l’e.f. e l’igiene scolastica.
                      1902,23 febbraio, un Regio Decreto, nuovamente istituisce “una commissione italiana per l’educazione fisica con l’incarico di studiare tutte le questioni attinenti alla educazione fisica ed alle relative riforme…
                      In una relazione ufficiale sul Corso magistrale di Educazione Fisica tenuto nella R.Università e nella Società ginnastica di Torino dal Prof. Angelo Mosso (1846-1910), fisiologo insigne, e dal Prof. Luigi Pagliani (1847-1932), igienista emerito, e dal Dr. Giuseppe Monti (1861-1938) e dal Maestro tedesco Otto Scharf, di Krefeld, autore del testo Ludus pro patria, apprendiamo che  nel 1902 parteciparono 264 persone (in prevalenza maestri). Accertiamo inoltre che la ‘vexata quaestio’ o ‘guerra dei metodi’, in tale occasione, trovò un momentaneo aggiustamento.
 
 
                      XIV.a ora: 1906-1912. Nel luglio 1906 viene fondato dal deputato padovano Luigi Lucchini (1847-1929) l’Istituto Nazionale per l’Incremento dell’Educazione Fisica (I.N.I.E.F.). Luigi Lucchini, sessantenne presidente dell’Unione Italiana dei Tiratori, giurista illustre, docente universitario, “strenuo assertore della Nazione Armata”, dà vita all’istituzione, eretta in Ente Morale nel 1910. Nei fatti riuscì nell’intento di far costruire lo Stadium di Roma, conosciuto meglio come Stadio Flaminio, stipulando un’onerosa convenzione  (per il Sindaco d’allora Ernesto Nathan). Presiedette l’Istituto dal 1906 fino al suo commissariamento nell’estate del 1912. Effetto del commissariamento: nascita del Comitato Permanente delle Federazioni Sportive.
 
                      XV.a ora: 1909, 26 dicembre, Legge Rava-Daneo-Credaro: benchè legata al nome di tre successivi ministri, operanti per una prima legge organica a favore dell’educazione fisica, rimase nei fatti inefficace anche per il sopravvenire degli eventi bellici, legati dapprima al contrasto con l’Impero Ottomano, allargatisi infine con lo scoppio della Prima grande Guerra.
Oltre a prevedere l’obbligatorietà di  dell’insegnamento dell’educazione fisica e la relativa organizzazione all’articolo 9 si stabiliva che “nelle Università e negli Istituti Superiori è impartito, nel modo previsto dalla rispettiva Facoltà di Medicina, un corso magistrale di Educazione fisica.Devono iscriversi a tale corso, e frequentarlo, gli studenti universitari che aspirano al Diploma di insegnamento nelle scuole medie, per qualsiasi disciplina.”
Tale articolo, potenzialmente di enorme valore, restò “lettera morta”.
Comunque in forza della sopracitata Legge si ebbe la nascita degli Istituti di Magistero per l’abilitazione all’insegnamento dell’educazione fisica, con l’attivazione di nove scuole magistrali  a  Bari, Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Palermo, Roma e Torino.
                      1911, 7 ottobre, il Ministro  Credaro approva il Regolamento speciale per gli Istitutit di Magistero per l’Educazione Fisica.
                      1913, 30 novembre, Decreto Ministeriale riguardante i “programmi di tiro a segno e tecnica militare per gli Istituti di Magistero per l’’Educazione Fisica.
                      1914,12 febbraio, Decreto Ministeriale che modifica il “Regolamento sugli Istituti di Magistero per l’Educazione Fisica.
 
                      XVI,a ora: 1923, 15 marzo, emanazione dei Regii Decreti Delegati, meglio conosciuti come Riforma Gentile. Espressione di una concezione aristocratica della cultura e della formazione, caldeggiava l’educazione alla disciplina ed all’organizzazione intellettuale caratteristica del liceo classico, che viene posto al centro della Scuola italiana.
                      Di fatto ed in diritto l’educazione fisica venne estromessa dalla Scuola. Il progetto innovatore del filosofo Giovanni Gentile (1875-1944)- rimasto in carica dal 1922 al 1924- determinò l’affidamento in appalto della disciplina, non più scolastica, ad un ente privato:Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (E.N.E.F.) cui affidare, fallimentariamente, l’arduo compito. Ne assume la presidenza un ex preside, Andrea Franzoni, che organizza l’insegnamento praticamente quasi impossibile per mancanza di adeguate attrezzature, raggruppando gli alunni in squadre di ben 140 componenti..
                      Succede al Franzoni un professore di Anatomia, Giunio Salvi, con il quale si ritorna ad una suddivisione degli alunni in squadre di 30-40.. Terzo direttore il generale Grazioli. Nel 1927 l’ E.N.E.F. venne finalmente  soppresso.
 
                      XVIIa ora: 1926-1927 per volontà politica dell’esponente del Fascismo bolognese, Leandro Arpinati (1892-1945) e del Rettore dell’Università di Bologna, sollecitato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia, viene istituita la prima Scuola Superiore di Educazione Fisica aggregata all’Alma Mater Studiorum.
                      Con R.D.L.20 novembre 1927, n° 2341, l’assegnazione del servizio dell’insegnamento della educazione fisica scolastica è affidato all’Opera Nazionale Balilla (O.N.B.) creata l’anno precedente per l’assistenza fisica e morale della gioventù. Con provvedimento successivo del 14 novembre 1929, n° 1992 è posta alle dipendenze del ministero della P.I. che nel frattempo, anzi qualche giorno prima e precisamente il 12 novembre 1929, R.D. n° 1661, aveva assunto la denominazione di Ministero dell’Educazione Nazionale.  
 
                      XVIII.a ora: 1928 la Gerarchia fascista, accentralizzatrice, designa Roma come unica sede, alla Farnesina, di due successive entità: la Scuola magistrale Militare, indi Scuola Superiore Fascista di Magistero per la Educazione ginnico-sportiva.
 
                      1929,ottobre la Scuola diviene Accademia Fascista maschile di Educazione Fisica.
 
                      1932, ad Orvieto viene istituita l’ Accademia Fascista  femminile di Educazione Fisica.
 
                      XIX.a ora: 1943-1944, in conseguenza dell’esautorazione di Benito Mussolini da parte del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943, il governo Badoglio decreta l’abolizione di tutte le organizzazioni fasciste, chiudendo le due Accademie. L’Italia, dopo la liberazione dalla prigionìa del Gran Sasso di Mussolini da parte tedesca, viene suddivisa nel cosiddetto Regno del Sud e nella Repubblica Sociale. Da parte del governo monarchico non viene ripristinata un’istituzione formativa attinente all’educazione fisica. Da parte del governo repubblicano viene dato incarico a Lando Ferretti di ricostituire l’Accademia della R.S.I. in quel di Tradate, in Lombardia. Nel dopoguerra quest’ultima Accademia sarà considerata illegittima ed i suoi corsisti privi di qualsiasi titolo di riconoscimento.
 
                      XX.a ora: 1951-1952, ai soli ex-accademisti della Farnesina e di Orvieto è concesso, attraverso Corsi Speciali, di concludere presso il neo Istituto Superiore di Educazione Fisica di Roma gli studi interrotti per gli eventi bellici.
                      1952, 30 marzo: il Ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni (1891-1972) vara i Programmi per i vari gradi e tipi di scuola, proposti dalla Consulta Didattica, in relazione al progetto di legge n° 2100 (Norme generali sull’Istruzione)-i cui lavori si iniziarono con la grande inchiesta nazionale che fra il 1947 ed il 1949 raccolse le opinioni e i suggerimenti degli uomini di scuola e di tutte le persone, associazioni e categorie interessate ai suoi problemi.
 
                      XXI.a ora: 1958. La legge  8 febbraio 1958, n°88, riordinando tutta la materia attinente all’insegnamento dell’educazione fisica sul territorio italiano, sancisce la legittimità dell’ Istituto Superiore di Educazione Fisica (I.S.E.F.), elevandolo al grado universitario, con conferimento di Diploma. Dopodichè, attraverso un esame di Abilitazione di Stato, teorico-pratico, sarà possibile concorrere all’insegnamento. Dopo due anni di prova, il vincitore di concorso entrerà nel Ruolo Ordinario.
Va qui ricordato che gli Accademisti anteguerra, dopo il biennale corso accademico, ottenevano di sùbito il titolo di Istruttori della G.I.L., la cattedra scolastica ed il ruolo ordinari
 
                      XXII.a ora: 1982, 1° ottobre, D.P.R. n° 908 Nuovi programmi di educazione fisica per le scuole secondarie superiori. Legge dello Stato, abrogante quella precedente del 1952. Di straordinaria importanza perché detti programmi sono inerenti , di fatto ed in diritto, all’intero arco educativo, rivolti come sono agli alunni, dall’età dei 3 fino ai 18 anni. Per rivolgersi infatti agli studenti frequentanti, dall’anno scolastico1983-1984, gli Istituti Magistrali: come futuri maestri e maestre di scuola materna ed elementare le indicazioni didattiche attengono a tutto il periodo educativo- essendo tali programmi del 1982la “logica prosecuzione” di quelli riferiti alla scuola media , emanati nel febbraio 1979
 
                      XXIIIa ora: 1993 -1997, emanazione delle leggi finanziarie 537/1993 e 549/1995 e della legge 127/1997, nota come legge Bassanini si avvia il processo di riordinamento dei cicli didattici e dell’autonomia delle Università. Dopo secolare aspettativa la precedente istituzione formativa degli Istituti Superiori di Educazione Fisica (I.S.E.F.),- per coloro che aspirano alla professione ginnico-sportiva, nei suoi diversi aspetti ( dal pedagogico-educativo,  al preventivo-adattativo,dal tecnico sportivo all’organizzativo-manageriale) diviene nel 1998 Facoltà di Scienze Motorie, e quindi ‘universitaria’ a tutti gli effetti. 
 
                      Nel corso di quest’ultimo quarantennio (1965-2005) le sopra analizzate vicende inerenti al Ministero della Pubblica Istruzione- in seguito divenuto Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-, di pari passo vedevano sorgere, nell’àmbito istituzionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano,  sia la Scuola Centrale dello Sport sia le Scuole Regionali dello Sport.
Il 21 novembre 1966, iniziò il primo corso per ‘Maestri dello Sport’ con 45 allievi. 
                      La Scuola Centrale dello Sport si prefiggeva di curare, attraverso corsi triennali, la formazione di persone altamente specializzate per la preparazione degli istruttori nelle varie disciplina sportive per il loro inserimento nell’organizzazione nazionale sportiva. Le Scuole Regionali sorsero analogamente per soddisfare le richieste formative locali.
 
                      Decreto 3 novembre 1999, n° 509: realizza, in riforma, alcune novità amministrative e riorganizza la struttura dei corsi di studio universitari, con l’introduzione del sistema noto come “3+2”, ovvero con due diversi tipi di lauree: una prima triennale, seguìta da una seconda biennale o specialistica, definita poi magistrale.
                      Attualmente, presso la nostra Facoltà di Scienze Motorie di Bologna, sono attivati i Corsi di laurea specialistica in Scienze e Tecniche dell’attività sportiva e in Scienze e Tecniche dell’attività motoria preventiva e adattata. 
 
                      XXIV.a ora: 2004, settembre, in forza della Legge 28 marzo 2003, n°53 (Riforma Moratti) nella Scuola Primaria viene attivato l’insegnamento di Laboratorio di scienze motorie e sportive., a partire dal Primo Anno (o Classe Prima) ed a seguire per il Primo e Secondo Biennio. A cura di Gilberto Pilati, sulla rivista ‘L’educatore’, edita dalla Giunti di Firenze, dal settembre 2004 al Febbraio 2005, vengono pubblicate le proposte didattiche afferenti.
 
                                                        A cura del p.a.c. dott. Giorgio Bernardi
                                                                            14 luglio 2005.

Testi/Bibliografia

Jacques Ulmann, Nel mito di Olimpia, Ginnastica, educazione fisica e sport dall'antichità ad oggi.
A cura di Gabriella Aleandri, Armando Editore, Roma, 2004

Metodi didattici

Esposizione orale e distribuzione di materiale didattico, comprensivo di due diversi modelli per tesi finale di corso. 

 

 

Premessa al quarto corso

 

        Il programma sottoesposto è strutturato in forma di corso monografico, a tema circoscritto, per accenni e sommi capi, e non a carattere generale.

        L’attività formativa denominata Storia dell’educazione fisica è iscritta nel settore scientifico disciplinare M-PED/02.

        Il Consiglio di Facoltà si è trovato nella necessità di richiedere solo ventiquattro ore complessive d’insegnamento, di durata semestrale, assegnando al medesimo tre crediti.

        Una Storia dell’educazione fisica è per sua natura una disciplina a carattere generale, inserita com’è in un quadro spazio-temporale vastissimo, perchè globale e di lunga durata, concernente diecine di migliaia di anni di vita motoria umana decorrente dalla preistoria ai giorni nostri.

        Insegnamento squisitamente professionale fin dalle origini dei Magisteri, a parere di Angela Teja, presidente del Comitato organizzatore del 1° Seminario Europeo di Storia dello Sport (Roma, 29 nov.-1 dic. 1996), autrice di La storia di una Storia- saggio facente parte del materiale didattico del nostro corso-.

        Non può la materia  eludere fra l’altro, all’interno del proprio contesto, la trattazione di un fenomeno sociale, divenuto di portata mondiale, caratterizzante la modernità per la sua rilevanza e diffusione: lo sport.

       Ventiquattro ore di lezioni frontali, diluite in dodici giornate, ogni lunedì dalle ore 9 alle 11, distribuite nei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre del primo semestre accademico 2005/06, costringeranno il docente e gli/le studenti/esse ad una elaborazione stringata e per sommi capi.

       Perdippiù occorre rilevare un fattore ricorrente di aggiunta riduzione del tempo frontale, riscontrato dal docente nei tre precedenti corsi accademici 2002/03, 2003/04, 2004/05: la frequenza di entrate ritardate, di uscite anticipate ed assenze degli studenti/esse frequentanti.

       Nel Consiglio di Corso degli Studi di Facoltà del 7 Ottobre 2005, tale deplorevole fenomeno è stato preso in disamina  dal Corpo accademico, riaffermando come i nostri Corsi universitari non prevedano la figura dello studente lavoratore. Pertanto mai  potrà  essere accettato, alla sessione d’esame, lo studente non frequentante. E’ d’obbligo, per quest’ultimo, conferire con il docente, per esporre le eventuali difficoltà di presenza, prima dell’ inizio del Corso e per concordare nel caso modalità di recupero. Come materia a scelta essa richiede da parte dello studente una ponderata volontà.

       Quanto sopra ha giustificato l’opzione del Corso monografico, in cui tuttavia non mancheranno gli accenni ed i sommi capi generali della disciplina, attinente alla formazione degli ‘ insegnanti di ginnastica’  in Italia, dal primo corso magistrale del 1847 ai giorni nostri.

       Osserveremo come la loro diuturna aspirazione ad un titolo culturalmente qualificante, tale da farli sperabilmente accettare  nel mondo accademico e delle corporazioni professionali sia stata di fatto disattesa  per centocinquant’anni, e non ancor pienamente raggiunta. 

 

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Tesi di fine corso, attinente alla storia dell'educazione fisica nei luoghi di provenienza degli studenti.

Strumenti a supporto della didattica

Lavagna

Link ad altre eventuali informazioni

http://Per approfondire....

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Giorgio Bernardi