Bilancio di Genere

Il Bilancio di Genere 2024 dell’Alma Mater è ormai giunto alla sua nona edizione, e si conferma un documento prezioso che ci permette di cogliere la complessità della nostra comunità nelle differenze che la contraddistinguono e, soprattutto, nei divari che ancora l’attraversano, orientando politiche mirate e iniziative che contribuiscono a concretizzare uno dei quattro principi cardine del Piano Strategico 2022-2027, e cioè «favorire in ogni ambito l’equità, la sostenibilità, l’inclusione e il rispetto delle diversità».

È dunque uno strumento essenziale per integrare la prospettiva di genere in tutte le politiche del nostro Ateneo, che nasce grazie all’impegno e al lavoro di molte e di molti, a cui va il mio più sentito ringraziamento.

Il lavoro fin qui svolto, insieme ai dati raccolti nei bilanci di genere di questi ultimi anni, ci ha portato a essere tra i primi Atenei italiani a predisporre un Piano di uguaglianza di genere (2017-2020); a implementare le azioni previste dal Piano 2021-2024, e a guidare la redazione, attualmente in corso, del Piano 2025-2027.

Dobbiamo ancora impegnarci in molte direzioni, aumentare la consapevolezza di studentesse e studenti, personale tecnico-amministrativo e docente, tradurla in attività capaci di superare pregiudizi, disposizioni e atteggiamenti che ancora impediscono una riduzione decisiva delle iniquità e delle diseguaglianze.

Per far questo dobbiamo partire dai dati di questo bilancio. Mi limito a segnalarne solo alcuni. Nella comunità studentesca le studentesse tendono a manifestare, complessivamente, un maggiore investimento nella formazione ma, una volta entrate nel mondo del lavoro, risultano mediamente penalizzate rispetto ai loro colleghi maschi in tutti i settori.

Il divario di genere si riscontra anche nella componente docente del nostro Ateneo, dove si manifesta nettamente il fenomeno della “segregazione verticale” o “soffitto di cristallo”. La presenza femminile tende cioè a ridursi al crescere del ruolo, ed è questa una disuguaglianza che si rileva in modo ancora più evidente nel caso delle docenti più giovani.

Il Bilancio di Genere 2024 rileva, nel complesso, il permanere dell’effetto della cosiddetta leaky pipeline, ossia la “conduttura che perde”, un fenomeno complesso che ci deve spingere a identificare in quali tappe del percorso accademico, e in quali aree scientifico-disciplinari, avviene la progressiva riduzione della componente femminile, oltre a ricordarci l’importanza di continuare a lavorare sugli stereotipi di genere, spesso causa della scarsa presenza femminile nelle lauree STEM.

Per quanto riguarda i dati relativi al personale tecnico-amministrativo, dove prevale il genere femminile (66%), è riscontrabile una realtà stabile in cui è però ancora presente la segregazione verticale, benché meno evidente di quanto riscontrato per i/le docenti.

Il nostro Ateneo è dunque ancora attraversato da disuguaglianze tra donne e uomini, dovute certo a ulteriori aspetti “esogeni”, quali il lavoro di cura che ricade prevalentemente sulle donne, ma anche ad aspetti che toccano la nostra cultura istituzionale. Dobbiamo dunque continuare a elaborare strumenti e sviluppare conoscenze critiche, a sostenere diritti vecchi e nuovi, e ad ascoltare. E dobbiamo continuare ad assumerci la responsabilità delle ricadute che i nostri principi, se efficacemente tradotti in azioni concrete, possono portare sul territorio, nella vita di coloro che formiamo, nella e per la sostenibilità del nostro futuro comune.

È con questo impegno condiviso che vi lascio ai dati del Bilancio di Genere 2024 dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

 

Giovanni Molari
Rettore Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

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